Economia

Chieffo (Bemycompany Capital Partners): “Perchè investiamo in Israele”

Al via BMC 2 Tech Israel, il club deal per investire esclusivamente in startup tecnologiche di Israele. Il club deal, con sede a Roma, è nato da un’idea di Antonio Quintino Chieffo, ceo di AC Finance e Bemycompany, e Antonio Franzese, ceo della software house romana Media Engineering. Nel team, ad affiancare i fondatori, ci saranno una decina di imprenditori, tra cui Mauro Imparato, professionista della revisione legale e l’ingegner Andrea Bertelli. Approfondiamo meglio dove investirà il club deal.

Come investirà BMC 2 Tech Israel

Un club deal è un sindacato d’investimento tra quegli individui o quelle famiglie molto facoltose (High Net Worth Individual o HNWI), che si riuniscono in gruppi per effettuare investimenti in imprese, realizzando al contempo un guadagno che vada ad incrementare il loro patrimonio e a remunerare il rischio.

Il club deal BMC 2 Tech Israel investirà in startup israeliane ad alto contenuto tecnologico nei settori digitale, agritech, militare, cybersicurezza, pharmatech. Il club deal si è impegnato a investire con gradualità fino a 5 milioni di euro nel fondo Sixth Millennium; finora ne sono stati investiti 500 mila.

“Il club deal funge da testa di ponte tra l’innovazione israeliana e il nostro paese. L’obiettivo non è fare investimenti speculativi, bensì creare un hub d’innovazione tra l’Italia e Israele. Qui ci sono realtà che meritano di essere sostenute con investimenti seri poiché in Italia non abbiamo trovato startup interessanti su cui investire”, spiega Chieffo.

Chi è Sixth Millennium

Sixth Millennium fa parte del network di venture capital Sixth Millennium Venture Partners, fondato da Jonathan Pacifici. Quest’ultimo fa parte del consiglio di amministrazione di AC Finance, consolidando così la collaborazione avviata nel lontano settembre 2019, con la sigla del protocollo d’intesa tra Bemycompany e Sixth Millennium.

Quest’ultimo è un venture capital early stage che investe in round seed e di serie A.

Sixth Millennium è un fondo di venture capital che da anni investe in cybersecurity, IoT, big data analytics e fintech, con un focus esclusivo sulle società del mercato israeliano, ovvero nella cosiddetta Startup Nation.

Israele: la Startup Nation

Gli hub tecnologici oggi sono in Cina, Stati Uniti e Israele. L’ufficio R&S globale di Intel ha sede a Gerusalemme. Le società tecnologiche israeliane hanno raccolto oltre 54 mila milioni tra il 2020 e il 2022. Il paese ospita 85 unicorni (società con valutazione superiore al milione di dollari), collocandosi al secondo posto a livello mondiale dopo gli Stati Uniti.

“Tutte le grandi società ICT prendono la tecnologia proprietaria da Israele. In Italia, il 99% delle startup innovative non ha una tecnologia proprietaria che può imporsi realmente sul mercato, ma si è limitata a lanciare innovazioni legate al marketing e ai processi. In Italia fare R&S è costosissimo per l’alto costo del lavoro a carico delle aziende e la mancanza di un ecosistema maturo di venture capital che possa finanziarle. Ecco perché preferiamo prendere la tecnologia direttamente dove nasce”, afferma Chieffo.

I benefici per le imprese italiane delle startup di Israele

Le aziende italiane soffrono di un ampio divario tecnologico rispetto al resto del mondo occidentale. “Hanno inventato delle tecnologie nuove 30-50 anni fa e poi hanno smesso di innovare. Possono ridurre il loro divario tecnologico prendendo la tecnologia da altri paesi (come i paesi emergenti e la Cina) oppure investendo a livello locale, ma abbiamo pochi ingegneri. Occorre importare delle tecnologie da Israele per ridurre il gap in modo più veloce. In Italia non si finanzia la ricerca da tempo, ma un paese che non innova è destinato a morire. Dobbiamo prendere esempio da Venezia, che ha costruito la sua ricchezza nella storia su ciò che ha importato. In tal senso, un club deal può velocizzare la crescita tecnologica delle nostre imprese. Se non lo faremo noi, saranno altri a farlo”, ammonisce Chieffo.