Economia

Chat GPT nel mirino delle autorità tedesche

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Entro il 30 aprile 2023 Open AI deve mettere in regola Chat GPT: questo è il termine che è stato posto dal Garante della Privacy, che ha messo in rilievo alcune criticità relative alla gestione dei dati e alla tutela dei minori.

Adesso anche le autorità tedesche per la protezione dei dati, hanno iniziato a raccogliere alcune informazioni su Chat GPT. A renderlo noto è stato Marit Hansen, presidente della Conferenza sulla protezione dei dati e Commissaria per la protezione dei dati del Land.

Scattano le verifiche su Chat GPT

Open AI, l’azienda statunitense che ha sviluppato Chat GPT, proprio in questi giorni sta ricevendo i questionari dalle autorità competenti per il caso della Germania. Lo scopo è quello di andare ad appurare se gli algoritmi che vengono utilizzati per l’intelligenza artificiale risultino essere conformi al Regolamento Generale sulla protezione dei dati nell’Unione europea. Mira Murati, chief technology officer di OpenAI, ha dichiarato a Reuters che la società è conforme alla legge europea sulla privacy e sta lavorando per garantire le autorità di regolamentazione.

In Germania, comunque vada, non sembra volersi muovere per vietare l’applicazione. Nel corso degli ultimi giorni, infatti, Volker Wissing, ministro tedesco dei Trasporti e delle Infrastrutture Digitali, ha spiegato:

“Le persone non vorranno fare a meno di questa tecnologia. Un divieto è completamente nella direzione sbagliata. Dobbiamo reagire con saggezza ora e regolare l’intelligenza artificiale in modo sensato prima che sia troppo tardi. Mi impegno quindi a sostenere la rapida creazione di un quadro giuridico per l’uso dell’intelligenza artificiale in Europa che garantisca che questa nuova tecnologia possa essere utilizzata solo se aderisce ai valori europei come la democrazia, la trasparenza e la neutralità. I sistemi di intelligenza artificiale non devono manipolarci, devono supportarci”.

Nel frattempo Open AI starebbe introducendo quella che è stata definita da un dipendente come una modalità di navigazione in incognito per Chat GPT. Grazie a questa novità la cronologia delle conversazioni degli utenti non verrebbe salvata, ma soprattutto non sarebbe utilizzata per migliorare l’intelligenza artificiale. La mossa è arrivata proprio nel momento in cui il controllo delle autorità sulla privacy è cresciuta. Sotto i riflettori è, infatti, finita proprio la gestione di centinaia di milioni di dati degli utenti, comunemente usati per migliorare o addestrare l’intelligenza artificiale.

Arriva l’intelligenza artificiale russa

La Russia intanto si accoda alla corsa all’intelligenza artificiale. Sberbank ha annunciato, in questi giorni, il lancio di GigaChat, che costituisce una versione nazionale di Chat GPT:

Il nuovo chatbot, almeno per il momento, risulta essere disponibile solo e soltanto su invito in modalità test. GigaChat permette di conversare, scrivere messaggi e rispondere alle domande. Può anche scrivere un codice e creare delle immagini dalle descrizioni.

A destare una particolare curiosità è stato il nome del programma di intelligenza artificiale: GigaChat, che ricorda GigaChad, uno stereotipo che viene utilizzato online per definire la figura del maschio Alpha. Un modello che è stato spesso e volentieri esaltato da Vladimir Putin e da Mosca.

German Gref, amministratore delegato di Sberbank, ritiene che il lancio di GigaChat costituisca una vera svolta per l’intero universo delle tecnologie russe. A seguito dell’invasione dell’Ucraina e le sanzioni che sono arrivate dal mondo occidentale, la Russia si è concentrata a sviluppare tecnologie sempre più autarchiche, rafforzando anche le leggi per regolamentare il settore.