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CASO MILLS: LA PROCURA GENERALE BOCCIA BERLUSCONI

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(WSI) – Per il sostituto pg di Milano, Laura Bertolè Viale, è da respingere la ricusazione da parte di Silvio Berlusconi del presidente della decima sezione del Tribunale di Milano, Nicoletta Gandus, in quanto non vi sarebbe «grave inimicizia» da parte del magistrato davanti al quale è in corso il processo Mills-Berlusconi. A quanto si è saputo, il pg ha chiesto anche che l’istanza sia da giudicare inammissibile perchè tardiva.

LA MOTIVAZIONE – Il sostituto Pg di Milano, Laura Bertolè Viale, motiverebbe l’assenza di «inimicizia grave» da parte del giudice Nicoletta Gandus nei confronti di Silvio Berlusconi con il fatto che gli appelli sottoscritti dalla stessa Gandus auspicavano l’abrogazione di leggi volute sì dal governo Berlusconi, ma in seguito approvate in Parlamento. L’inimicizia grave deve invece essere di carattere personale. Per il sostituto Pg, inoltre, l’istanza di ricusazione va dichiarata inammissibile perché tardiva. Nonostante, infatti, i difensori del premier sostengano di aver percepito la notizia degli interventi su internet della stessa Gandus, il 16 giugno (si hanno tre giorni di tempo da quel momento per presentare l’istanza) gli appelli stessi sono datati, alcuni del 2006, e deve essere pertanto provato dagli stessi difensori che la percezione è avvenuta solo il 16 giugno. Cosa che non è avvenuta.

SENATO – Intanto c’è il via libera di Palazzo Madama alla norma blocca-processi. Il Senato ha approvato infatti l’emendamento presentato dai relatori al decreto sicurezza che prevede la sospensione dei processi per reati commessi fino al giugno 2002. I senatori del Pd e dell’Idv hanno lasciato l’aula prima del voto, mentre sono rimasti nell’emiciclo gli esponenti dell’Udc e i radicali. Prima della protesta, i senatori aveva dato il via libera all’emendamento al decreto sicurezza che dà priorità ai processi per reati gravi.

FINOCCHIARO – Ad annunciare che il Pd non avrebbe partecipato al voto sulla cosiddetta «salva-premier» è stata Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Partito democratico. La senatrice siciliana ha criticato la norma perché, ha spiegato, creerà «un aggravamento di lavoro in tutti i tribunali italiani» e ha accusato Silvio Berlusconi «di aver perso un’occasione davvero unica: quella di creare in Italia un nuovo bipolarismo».

BONINO – Emma Bonino è rimasta in Aula pur contestando la blocca-processi presentata al decreto sicurezza. «Voi state per scrivere una pagina buia – afferma rivolgendosi agli esponenti della maggioranza – ma io non uscirò. Non lascerò i lavori parlamentari. Voglio ricordarmi bene questa foto dell’aula mentre approverete questo emendamento». I radicali, per anni, ricorda Emma Bonino, si sono battuti «per una giustizia giusta», senza «aver mai avuto atteggiamenti giustizialisti o forcaioli» ma ora Emma Bonino dice di essere «impressionata» dall’atteggiamento del centrodestra, che «solo ora si accorge» di quanto sia necessario fare riforme per la giustizia.

«PRONTI A SCENDERE IN PIAZZA» – Come il Partito democratico di Walter Veltroni anche l’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro non ha partecipato al voto sull’emendamento cosiddetto «salva-premier». E il capogruppo dell’Idv alla Camera, Massimo Donadi, in un’intervista, ha annunciato che «Sicuramente contro il salva-premier e contro il ddl sulle intercettazioni» i dipietristi raccoglieranno«le firme per un referendum abrogativo» senza escludere la possibilità «scendere in piazza»

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