Economia

Caso Huawei, sale tensione. Cisco vieta viaggi in Cina

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Mentre sale la tensione tra Usa e Cina sul caso Huawei, i gruppi americani, come previsto, vanno in trincea temendo ritorsioni da parte di Pechino. In una nota interna ottenuta dal Nikkei Asian Review, Cisco Systems avrebbe avvertito i suoi dipendenti di non recarsi in Cina “a causa di recenti eventi relativi all’arresto di un cittadino cinese in Canada”

Il riferimento è a Meng Wanzhou, chief financial officer di Huawei nonché figlia del fondatore del colosso telefonico cinese, arrestata la scora settimana in Canada.

“La restrizione entrerà in vigore immediatamente”, ha detto Cisco nella nota, inviata via email, aggiungendo che i dipendenti che hanno viaggi in programma in Cina i “sono stati informati di questa restrizione”.

Dopo la pubblicazione della nota,  un rappresentante della società californiana ha dichiarato venerdì alla rivista Nikkei Asian Review, che l’e-mail “era stata inviata per errore ad alcuni dipendenti” e che il contento “non riflette la politica di Cisco”.

“Non abbiamo implementato restrizioni sui viaggi in Cina, che continuano normalmente”, ha affermato il portavoce.

Sul caso Huawei, ieri il viceministro degli Esteri cinese Le Yucheng ha convocato l’ambasciatore degli Stati Uniti, Terry Branstad, e ha protestato vigorosamente, come riferisce l’agenzia Xinhua, contro l’arresto e la detenzione.

“Gli Stati Uniti hanno violato in maniera grave i diritti legittimi e gli interessi di cittadini cinesi, la natura della violazione è estremamente negativa”, afferma il viceministro, che chiede immediate misure correttive e il ritiro del mandato di arresto nei confronti di Meng. “La Cina risponderà in base alle azioni” che verranno intraprese “dalla parte americana”.

Intanto Meng Wanzhou deve ora affrontare la richiesta di l’estradizione presentata dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, secondo cui la manager teneva i rapporti commerciali con l’Iran, sotto sanzione Usa ed europea, attraverso una società che gli inquirenti fanno risalire al gruppo cinese. L’udienza per la cauzione di Meng si è chiusa venerdì senza una decisione e continuerà oggi.