Mercati

Cameron: trattati saranno cambiati, Europa più flessibile

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SIENA (WSI) – «Mi batto per ottenere la riforma della Ue, per il semplice motivo che abbiamo bisogno di un’Europa più aperta, più competitiva, più flessibile» e per questo motivo «sono certo che i trattati saranno cambiati». È la convinzione espressa dal primo ministro britannico David Cameron nella prima intervista concessa a un gruppo di quotidiani europei (per l’Italia Il Sole 24 Ore).

Nell’intervista Cameron elogia Mario Draghi per le «mosse coraggiose adottate dalla Bce nella crisi dell’eurozona», ma nel contempo respinge con forza «il principio che sembra diffondersi secondo cui la Gran Bretagna è un cattivo europeo», perché l’atteggiamento di Londra è dettato da uno «scetticismo nel vero senso del termine: vogliamo conoscere i dettagli di quanto ci è proposto».

E difende a spada tratta gli interessi della City: «La Gran Bretagna è responsabile del 40% dell’industria europea dei servizi finanziari. Non farei il mio mestiere se non mi battessi per tutelare questa realtà che è molto importante per il futuro della Ue».

Cameron potrebbe finire peraltro epr bypassare l’Italia per parlare di Europa con i suoi partner.

Tassi & Congiuntura: in area Euro venerdì sono continuati gli acquisti sui titoli a lungo termine. Il tasso decennale francese ha registrato un nuovo minimo storico scendendo sotto l’1,8%, mentre quello italiano è rimasto sotto il 4,5%. Registra un nuovo minimo anche il rendimento del decennale belga. Lieve calo invece per il tasso decennale tedesco, mentre quello a due anni si è riportato in positivo. Gli acquisti potrebbero essere legati soprattutto alle nuove misure in Giappone che stanno alimentando un flusso di acquisti di titoli a lungo termine su scala globale, alla ricerca di rendimenti addizionali e di utili determinati dalla svalutazione dello yen. Qusta mattina il restringimento degli spread alimentato da un trend ribassista dei tassi a lungo termine, sta coinvolgendo praticamente tutti paesi dell’area ad eccezione di Grecia e Portogallo. La Corte Costituzionale portoghese ha infatti bocciato molte misure di austerità (come riduzione degli stipendi pubblici e delle pensioni) contenute nella legge di bilancio 2013. Il governo del paese ha dichiarato che sono allo studio misure alternative. Nel comunicato rilasciato ieri dalla Commissione europea viene dato ampio appoggio al governo nell’implementazione delle riforme, ma allo stesso tempo viene evidenziato che l’implementazione del programma di riforme è una precondizione per un’eventuale estensione dei termini del piano di salvataggio che potrebbe facilitare il ritorno del paese sui mercati finanziari. Dal lato macro, salgono oltre le attese i dati sugli ordini industriali tedeschi di febbraio con un rialzo sia di quelli domestici sia di quelli esteri. In settimana è attesa la riunione dell’Eurogruppo che dovrebbe affrontare il tema Irlanda e Portogallo. Sul tavolo anche Cipro : il 9 aprile è attesa una bozza del Memorandum of Understanding. Sul fronte aste avremo emissioni italiane sul medio e lungo termine. Negli Usa tassi decennali ancora in marcato calo, al nuovo minimo del 2013, in prossimità dell’1,70%. Si tratta dell’effetto combinato di due fattori principali: da un lato il forte flusso di acquisto di bond esteri da parte di investitori nipponici; dall’altro i dati sul mercato del lavoro di marzo risultati inferiori alle attese di consenso. Il numero dei nuovi posti di lavoro nel settore non agricolo è stato infatti risultato ampiamente deludente, pari ad 88.000 unità, ossia nettamente inferiore alla soglia delle 200.000 unità indicata da alcuni membri Fed come segnaletica di un possibile rallentamento del piano di acquisto. Inoltre il calo del tasso di disoccupazione ha fornito una fotografia parzialmente distorta dal notevole deflusso dalla forza lavoro. Il dato ha portato Rosengren (membro Fed votante) a dichiarare che, se la perdurante debolezza del mercato del lavoro avrà impatto sui consumi, allora “sarà assicurata una risposta più aggressiva” di politica monetaria. Il sostegno ai consumi offerto dal credito al consumo nel primo trimestre è stato confermato dal dato di febbraio, migliore delle attese, grazie al buon andamento soprattutto della componente legata a prestiti per acquisto di auto e per gli studi.

Valute: la scorsa settimana si è conclusa con un marcato deprezzamento del dollaro Usa tornato verso euro oltre soglia 1,30 dopo i deludenti dati macro statunitensi. Per questa settimana i livelli di resistenza da monitorare si collocano a 1,3040 – 1,31 ed 1,33, mentre i supporti passano da 1,2870 ed 1,2750. I dati della CFTC relativi al 2 aprile, mostrano che gli speculatori hanno continuato a puntare su un apprezzamento del dollaro verso euro, aumentando le posizioni nette corte in future del 34% e portandole ai massimi dallo scorso dicembre. Lo yen prosegue la fase di deprezzamento verso le principali valute mondiali sulla scia della recente decisione da parte della BoJ. Verso dollaro il cross prosegue la fase di avvicinamento ad area 100, attestandosi sui massimi dal giugno 2009. Verso euro il cambio stamani è in prossimità della resistenza 128, livello massimo dal gennaio 2010. Il supporto è costituito oggi dalla vecchia resistenza collocata a 127,50. Venerdì si è assistito ad un lieve apprezzamento della sterlina verso euro con il cross che resta compreso tra il supporto 0,84 e la resistenza 0,8525. Il primo ministro australiano ha annunciato per questa settimana la partenza della negoziazione diretta della valuta del paese vs yuan. Sarà il terzo cross verso yuan ad essere direttamente quotato dopo quello verso dollaro Usa e yen giapponese.

Commodity: sesta giornata consecutiva di ribasso per le commodity con l’indice GSCI sui minimi da metà luglio. I dati della CFTC hanno mostrato che gli speculatori la scorsa settimana hanno ridotto le posizioni combinate nette lunghe del 31%, l’ammontare maggiore dall’ottobre 2008. Per la prima volta gli speculatori (money managers) sono diventati ribassisti sull’argento, mentre sull’oro sono ancora rialzisti ed hanno aumentato le posizioni rialziste sul Wti. Venerdì la gran parte delle materie prime ha chiuso in calo guidati dal Brent (-2,1%), ai minimi da luglio. Il deprezzamento del dollaro ha favorito invece i preziosi con l’oro e l’argento che hanno guadagnato poco meno del 2%. Negativi i metalli industriali ad eccezione dell’alluminio (+0,1%), misti gli agricoli in attesa del report mensile dell’USDA del 10 aprile.

Azionario: ancora una giornata negativa per i listini azionari europei sulla scia dei deludenti dati macro Usa che hanno alimentato tra gli operatori i timori di un rallentamento della crescita della prima economia mondiale nel corso del secondo trimestre. In Europa particolarmente penalizzati sono stati i mercati svizzero e britannico, ovvero quelli che sinora avevano guidato il rally dei listini azionari. L’indice Stoxx600, visto il forte peso delle due aree al suo interno, ha di conseguenza registrato la peggiore performance settimanale da otto mesi, chiudendo con un calo di oltre il 2%. All’interno tutti i settori hanno chiuso in calo ad eccezione del comparto utilities. Particolarmente penalizzate le azioni di compagnie aeree, Lufthansa (-7,2%) in testa, sui timori che il principio di epidemia aviaria in Cina possa impattare sul traffico aereo. Il Ftsemib è risultato il migliore in Europa con una perdita settimanale inferiore all’1%. La seduta di venerdì si è addirittura chiusa in rialzo grazie soprattutto al rimbalzo del settore bancario che ha beneficiato del restringimento dello spread; mentre le vendite si sono concentrate in particolare sui titoli del settore del lusso. La seduta odierna si apre con mercati in lieve rialzo. Negli Usa, i listini azionari hanno accolto negativamente il deludente dato sul mercato del lavoro anche se i listini sono riusciti a recuperare dai minimi toccati nelle prime ore di contrattazione. Si chiude comunque una settimana che ha visto la peggiore performance dell’anno per l’indice S&P500. Particolarmente colpito è stato il settore tecnologico, mentre settore difensivi come telecomunicazioni e utilities sono stati oggetto degli acquisti da parte degli investitori. Oggi avrà inizio, con i dati di Alcoa, la stagione delle trimestrali che molto probabilmente darà al mercato una certa direzionalità visto l’andamento piuttosto laterale delle ultime settimane. Sul fronte emergenti, quinta seduta consecutiva in calo per l’indice MSCI EM che chiude la settimana con la peggiore performance dal maggio scorso. Tutte le aree hanno chiuso in forte calo penalizzate soprattutto dalle tensioni nella penisola coreana con l’indice Kospi che ha chiuso la settimana in calo di oltre il 3%, tornando sui livelli di novembre. Pesante calo settimanale anche per l’indice brasiliano BOVESPA che però è riuscito a chiudere la seduta di venerdì in rialzo grazie alla decisione del governo di tagliare le tasse sui redditi da lavoro a partire dal prossimo anno. In mattinata la seduta asiatica si è aperta con un proseguimento del tono negativo. I listini cinesi hanno riaperto dopo la chiusura per festività con un calo moderato, forte calo invece per la borsa di Taiwan (-2,4%). Prosegue invece il rally dell’azionario giapponese con l’indice Nikkei (+2,8%) che ha toccato i livelli massimi da agosto 2008 grazie al continuo deprezzamento dello yen.

INFORMAZIONI DI STAMPA SU TITOLI

FINMECCANICA – Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, il piano di riorganizzazione illustrato ai sindacati della controllata Selex Es prevede oltre 2500 esuberi in tutto il gruppo, di cui 1938 in Italia, e la riduzione dei siti italiani che passeranno da 48 a 26 entro il 2014 (quelli della Gran Bretagna saranno ridotti da 16 a 10). L’obiettivo è quello di raggiungere circa 4 Mld€ di fatturato nel 2017.

GENERALI – Secondo alcuni rumors sembrerebbe prossima la cessione delle attività riassicurative della società negli Stati Uniti. Secondo indiscrezioni, il gruppo avrebbe infatti concesso un’esclusiva a trattare l’acquisto di questi asset, per i quali la compagnia ha previsto un incasso nel range 0,8-1 Mld$, a due gruppi industriali.

MEDIOBANCA – Secondo quanto riportato dal Sole24Ore sono stati 60000 gli obbligazionisti retail che hanno aderito volontariamente al buyback di bond della società, lanciato lo scorso 6 marzo e chiuso il 3 aprile. L’istituto ha messo sul piatto un controvalore pari a 2 Mld€ e l’adesione è stata per 1,471 Mld€, su un totale in circolazione di 6,7 Mld€.

PIRELLI – La società ha posticipato la presentazione del piano industriale 2013-2017, inizialmente prevista per l’8 maggio, a novembre 2013, dopo i conti del terzo trimestre. Per quanto riguarda i target del 2013, il gruppo ha l’obiettivo di contrastare l’indebolimento della domanda in Europa, esportando pneumatici prodotti nel Vecchio Continente verso i mercati emergenti, questo secondo quanto detto ieri da una fonte di settore.

TELECOM ITALIA – La società ha detto che sono intercorsi contatti preliminari con Hutchison Whampoa per studiare una possibile integrazione con 3 Italia. L’A.D. Marco Patuano ha detto di non avere negoziazioni in corso per un ingresso nel capitale di fondi sovrani di Abu Dhabi e del Qatar. Asati, l’associazione dei piccoli azionisti, ha confermato la fiducia nel presidente esecutivo Franco Bernabè per quanto riguarda le strategie di un potenziale accordo economico-industriale con un socio estero.

OVERVIEW DELLA SETTIMANA

· Cina: dati su inflazione e bilancia commerciale

· Area Euro: riunione Eurogruppo in cui molto probabilmente verrà affrontato il tema Irlanda e Portogallo, oltre che di Cipro di cui dovrebbe essere pronta una bozza del Memorandum di intesa

· USA: minute riunione Fed di marzo da cui si potrà avere un quadro più preciso dell’entità delle divisioni tra i membri del comitato sulle modalità di prosecuzione/interruzione del piano di acquisti

· USA: vendite al dettaglio di marzo e fiducia dei consumatori calcolata dall’Università del Michigan

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