Economia

Brexit, Ue: poteri d’emergenza per prepararsi a brusca rottura

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L’Unione europea si sta preparando ad una brusca rottura con il Regno Unito e vorrebbe attribuire poteri d’emergenza alle istituzioni europee. Secondo il Financial Times, la Commissione europea ha elaborato circa 30-40 proposte per modificare le leggi e conferire poteri speciali alle autorità di regolamentazione in vista di un mancato accordo con le controparti britanniche, sia il giorno della Brexit, il 29 marzo 2019, sia dopo un periodo di transizione.

Le misure riguarderebbero una vasta gamma di settori, in particolare le quote commerciali, l’industria automobilistica, le società di trasporto, il programma spaziale, i servizi finanziari e le qualifiche professionali. L’intento è quello di ridurre l’incertezza per le imprese concedendo maggiori poteri alle autorità dell’Ue in modo che siano pronte a far fronte a complicazioni improvvise.

L’iniziativa mostra anche la determinazione della Commissione nel proseguire nella preparazione dello scenario peggiore, anche se questo implica l’utilizzo del processo legislativo dell’Ue mentre il Regno Unito rimane un membro a pieno titolo con diritto di voto. Secondo i funzionari dell’Ue citati dal Financial Times, la maggior parte delle operazioni sono di normale amministrazione, per affrontare anomalie derivanti dall’esclusione del Regno Unito, anche se i dettagli non sono ancora chiari.

Secondo un altro articolo del Financial Times, la Brexit porterà anche a un riequilibrio nei rapporti fra i cosiddetti “blocchi informali” nell’Unione europea. Il Regno Unito era a capo della corrente degli Stati che hanno una visione più liberale dell’Unione europea, cioè che vorrebbero interventi minimi da parte delle istituzioni Ue e limitati ai temi economici e al mantenimento del libero mercato. Il Regno Unito guidava l’alleanza fra i Paesi scandinavi su questa concezione dell’Ue.