Economia

Brexit, economisti come i meteorologi: non ne azzeccano più una

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LONDRA (WSI) – Non solo i meteorologi ma oggi anche gli economisti inglesi sono in crisi e non ne azzeccano più una. A dirlo Andrew Haldane, chief economist della Bank of England che in un mea culpa pubblico all’Institute for government,  confessa che oggigiorno le previsioni delle dinamiche economiche falliscono incontestabilmente. Il paragone con i meteorologi si spiega facendo riferimento al flop di quelli inglesi, quando mancarono l’arrivo di un uragano nel 1987 a Londra,

“Ritengo sia onesto ammettere che la professione è in crisi, ma non è la prima volta che accade, basta pensare alla Grande Depressione del 1930. Quella situazione tuttavia ci portò Keynes e la nascita della moderna macro-economia”.

Così dice Haldane, secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore. L’ultimo esempio della fallacia delle attuali previsioni economiche arriva direttamente dalla Brexit, l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea votata a maggioranza dai cittadini inglesi lo scorso giugno.

Secondo la Bank of England la Brexit avrebbe dovuto innescare una recessione quasi immediata ma i dati del 2016 e quelli del 2017 appena iniziato mostrano come le cose siano andate molto meglio del previsto in barba a tutte le previsioni. Il motivo? Haldane non ha dubbi.

I modelli su cui ci basiamo sono fragili e irrazionali, i problemi sono emersi quando il mondo è cambiato radicalmente e quei modelli si sono rivelati inadeguati per valutare comportamenti profondamente irrazionali”.

Ma l’analisi di Haldane si fonda anche su altri aspetti. Oggi la maggioranza degli economisti inglesi e non prevedono ancora effetti negativi da parte della Brexit sul mercato di Londra, ma a complicare le cose si ci è messa di mezzo anche la politica.

La premier inglese Theresa May, succeduta al dimissionario David Cameron ha rinviato di otto mesi l’avvio delle trattative per l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, complicando le carte in tavola per gli economisti.

A ciò si aggiunge quelli che Haldane definisce comportamenti irrazionali da parte dei consumatori che nonostante le previsioni negative hanno continuato e continuano a spendere sostenendo così il trend di crescita che ha finito per destabilizzare le convinzioni degli economisti.