NEW YORK (WSI) – A due giorni dal referendum, che stabilira’ la permanenza o meno della Gran Bretagna nell’Unione europea, si allunga la lista degli gli studi che provano ad anticipare le conseguenze di una eventuale Brexit.
Un’ipotesi, che qualora dovesse realizzarsi, andrebbe a colpire anche il nostro paese per una cifra stimata tra i 600 e 1.700 milioni di euro. A tanto ammonterebbero le perdite dell’export del nostro Paese verso il Regno Unito. Perdite calcolate su una flessione stimata delle esportazioni tra l’1 e il 2% quest’anno (pari a 200-500 milioni di euro in meno di beni esportati), mentre nel 2017 la flessione arriverà al 3-7% (tra i 600-1.700 milioni).
Le stime sono contenute in un rapporto pubblicato lunedì 20 giugno da Sace, che ha preso a riferimento uno scenario macroeconomico proposto da Oxford Economics che prevede una crescita del Pil reale del Regno Unito dell`1,8% nel 2016 e dello 0,4% nel 2017.
L’impatto ridotto per il 2016 è dovuto al fatto che, anche qualora vincesse il fronte del “Leave”, bisognerebbe comunque aspettare che vengano definite modalità e tempi. In questo caso, i settori più penalizzati saranno quelli della meccanica strumentale (da -10% a -18% nel 2017) e dei mezzi di trasporto (da -10% a -18% l’anno prossimo).
Nel 2015 l’interscambio commerciale fra Italia e UK è stato pari a 33,1 miliardi, in aumento del 5,9% rispetto al 2014, con un saldo positivo per il nostro Paese di 11,9 miliardi. Le esportazioni italiane nel paese sono risultate pari a 22,5 miliardi, in aumento del 7,4% rispetto al 2014. Nei primi 4 mesi del 2016 l’export è cresciuto dell’1,1% in termini tendenziali.
Nel frattempo, oggi, l’economista americano Nouriel Roubini, che aveva previsto il crollo dei mercati del 2008, noto per le sue posizioni pessimistiche, si e’ aggiunto alla lista di economisti convinti che un’uscita del Regno Unito dall’Unione europea porterebbe con se’ molti pericoli e rischi. Dal suo account Twitter, Roubini ha affermato che “l’uscita provocherebbe danni significativi all’economia, all’occupazione e al benessere degli inglesi”.
La Brexit, ha scritto l’economista, “potrebbe mettere il freno all’economia britannica e farla finire in recessione, dal momento che lo shock provocato alle aziende e alla fiducia dei consumatori potrebbe essere grave”. Per tutti questi motivi, dice Roubini, “il Regno Unito starebbe molto meglio all’interno dell’Unione europea”.