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Brexit, cosa pensano analisti e gestori

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In un clima sempre più teso, il Parlamento britannico è chiamato per il terzo giorno consecutivo a votare sulla Brexit. Questa volta la posta in palio è il rinvio della data di uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, al momento prevista per il 29 marzo. Una situazione difficile da districare, anche agli occhi del mercato.

“Dopo la seconda pesante sconfitta incassata dalla sua proposta di accordo di uscita dall’Unione Europea, il Primo Ministro May ha perso il controllo del processo dei negoziati sulla Brexit”, sostiene Simon Ward, economic adviser di Janus Henderson Investors. “Ciò ha aumentato il rischio di un “no deal”, nonostante il Parlamento sembri opporsi a questa opzione. In particolare, sono tre le vie alternative che è possibile percorrere per evitare una Brexit senza accordo. La prima presuppone che i Conservatori dell’European Research Group (ERG) e del Partito unionista democratico dell’Iralnda del Nord (DUP) abbandonino la loro opposizione all’accordo presentato dalla May. La seconda alternativa prevede che una maggioranza della Camera dei Comuni si riunisca attorno ad un nuovo accordo che ipotizzi una Brexit per così dire più “soft”, sulla base del quale il Regno Unito rimarrebbe nell’unione doganale e nel mercato unico. La terza possibilità presuppone una proroga dell’art. 50 per dare il tempo necessario alla stesura di un nuovo accordo che potrebbe portare ad un altro referendum, con diverse opzioni di voto.   Un altro scenario possibile è che il Regno Unito chieda e ottenga una proroga dell’art. 50 fino a giugno, evitando così la partecipazione alle elezioni del Parlamento europeo. Londra potrebbe utilizzare questo tempo per esercitare pressioni sull’ERG/DUP affinché aderisca al suo accordo, anche se non ha avuto successo finora.  Proseguono i preparativi per una Brexit senza accordo da entrambe le parti, con una crescente consapevolezza – sia politica che pubblica – che un tale risultato sia effettivamente probabile”.
Si è aperto decisamente un nuovo capitolo per la Gran Bretagna anche se, a oggi, diventa difficile capire cosa succederà.

“La vicenda Brexit – spiega David Zahn, head of european fixed income di Franklin Templeton – è entrata in un nuovo capitolo la scorsa notte quando la maggioranza del parlamento del Regno Unito si è espressa con voto contrario sull’ultimo accordo di Brexit negoziato dal Primo Ministro Theresa May. Questo porta stasera ad un voto sulla possibilità che il Regno Unito lasci l’Unione Europea alla fine del mese senza un accordo (“no deal”). I mercati attenderanno i risultati del voto odierno con più attenzione rispetto alla scorsa notte, in quanto un voto favorevole alla mozione “no deal” aumenterebbe in modo significativo le probabilità che il Regno Unito esca dall’UE. Riteniamo che questo scenario possa avere un impatto sui mercati con rendimenti in calo per i gilt e sterlina, mentre un voto che respinga il ‘no deal’ prolungherebbe l’incertezza per i mercati, lasciandoli relativamente invariati. Tuttavia, un voto che scongiuri il “no deal” non esclude del tutto uno scenario “no deal”, che resta ancora una possibilità”.

Dal punto di vista delle imprese, invece, cosa potrebbe cambiare?

“Le imprese hanno avuto più di due anni per prepararsi a un eventuale Brexit”, spiega Thomas Lehr, Capital Market Strategist di Flossbach von Storch AG. “E il ritiro del Regno Unito dall’UE, di cui nemmeno il Primo Ministro Theresa May sa esattamente quali saranno le conseguenze, è davvero così minaccioso per le imprese globali come potrebbe apparire dopo aver letto alcuni lugubri articoli di giornale? Dal referendum sulla Brexit, l’MSCI World ha guadagnato quasi il 30%. Nei prezzi di alcuni titoli ciclici alla fine del 2018, è stato prezzato temporaneamente lo scenario di una forte recessione. Il peggioramento delle aspettative che molti investitori nutrono nei confronti delle aziende a causa di previsioni negative, costituisce ancora un “cuscinetto” in caso di notizie negative. Il nostro obiettivo è ottenere rendimenti assoluti interessanti a lungo termine. In questo mercato così altalenante, che a nostro avviso pone agli investitori una serie di sfide, consigliamo quindi: un portafoglio di azioni di qualità selezionate attivamente, arricchito da obbligazioni e oro, selezionati in chiave opportunistica, un’assicurazione contro i rischi noti e sconosciuti del nostro sistema finanziario”.