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Brexit ci sarà o no? Alta Corte choc, “necessario voto Parlamento”

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Una speranza per i britannici che sperano ancora di riuscire in qualche modo a rimanere nell’Unione europea, una cocente delusione per i più accaniti sostenitori della Brexit, che si domandano tra l’altro dove sia il potere di sovranità del popolo che lo strumento del referendum dovrebbe garantire. Brexit in pericolo? Si chiedono in molti, mentre gli europeisti esultano.

Lo choc della giornata è arrivato con la decisione dell’Alta Corte di Giustizia di Londra, che ha emanato una sentenza in cui si afferma che il governo britannico non ha il potere di attivare l’Articolo 50 del Trattato di Lisbona per dare il via all’iter del divorzio dall’Unione europea.

Per l’attivazione di tale articolo, precisa l’Alta Corte, è necessaria infatti l’approvazione del Parlamento del Regno Unito.

E ora? L’ultima parola spetta alla Corte Suprema che, stando a quanto riporta Reuters, ascolterà tra il 5 e l’8 dicembre l’appello del governo contro la sentenza.

La Brexit si fa più lontana e a brindare è soprattutto la sterlina, che mette a segno corposi rialzi sia nei confronti dell’euro che del dollaro, volando subito dopo la notizia di oltre l’1%.

I tempi per concretizzare quanto gli elettori britannici hanno deciso nel referendum dello scorso 23 giugno appaiono più lunghi, a causa dei vari intralci burocratici che si stanno sovrapponendo tra la vittoria del sì alla Brexit, dunque del fronte Leave, e le varie disposizioni legislative del Regno Unito e dell’Unione europea.

E’ importante segnalare che, in ogni caso, l’attivazione dell’Articolo 50 non si tradurrebbe in un’immediata uscita di scena del paese dall’arena dell’Ue: l’articolo 50 del Trattato di Lisbona, una volta attivato, certifica infatti l’inizio del processo che porterà al divorzio, e tale processo, ovvero le trattative tra le controparti, ha una durata prevista di due anni.

Dunque la beffa per i sostenitori della Brexit è che, allo stato attuale delle cose, saranno necessari almeno altri due anni perchè il divorzio venga ufficializzato.

Sicuramente, però, la decisione dell’Alta Corte complica i tempi, oltre che gelare il governo della premier Theresa May. Che reagisce immediatamente:

Ricorreremo in appello contro questa sentenza. Il Paese ha votato per lasciare l’Unione europea in un referendum approvato dal parlamento e il governo è determinato a far rispettare il risultato del voto”.