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Borse: settembre da dimenticare. Piazza Affari maglia nera d’Europa

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Borse: settembre da dimenticare. Piazza Affari maglia nera d’Europa

Settembre da dimenticare per i listini azionari mondiali. Il mese archiviato ieri ha segnato una battuta d’arresto dopo la corsa dei mesi precedenti con alcuni indici che hanno chiuso in rosso per la prima volta da marzo, il mese del crollo a causa del Covid e dei lockdown. Lo scorso marzo infatti Piazza Affari aveva perso oltre il 20%, mentre Wall Street oltre il 10%.

Piazza Affari maglia nera in Europa

Tra i listini europei, Piazza Affari segna uno dei cali peggiori con il Ftse Mib sceso del 3,15%e un trimestre che si chiude con un bilancio negativo per l’1,86%. Tra i titoli peggiori settembre è stato il mese nero di Saipem che ha registrato un crollo del 18,25%, recuperando in parte nell’ultima seduta del mese con un rimbalzo del 4,93%, tra ricoperture e tipici aggiustamenti di portafoglio di fine trimestre.

Segno meno anche a Parigi sia per il mese (-2,91%) che per il terzo trimestre (-2,69%), mentre Francoforte perde l’1,43% a settembre, ma nei tre mesi mette a segno un solido rimbalzo del 3,65%.

Per l’indice Eurostoxx 600, che raggruppa le blue chip europee, settembre si chiude invece con un calo dell’1,48%, ma il trimestre resta positivo per lo 0,21%.

Anche Wall Street in rosso

È andata peggio a Wall Street, segnato dal crollo dei titoli tecnologici, protagonisti della rimonta nei mesi precedenti: il Nasdaq ha perso il 4,6%, entrando in correzione tecnica l’8 settembre, ma restando in positivo per +11% nel trimestre.

Male anche l’S&P500 (-4,6%) che si avvia a chiudere i tre mesi con un +8,8%. E’ il primo calo mensile per gli indici Usa dal terribile marzo scorso.

Guardando avanti all’ultimo trimestre, restano profondi incertezze per gli investitori: i timori per gli effetti della seconda ondata della pandemia si accompagna alle tensioni legate alle elezioni presidenziali Usa a novembre, il cui esito che appare incerto potrebbe essere quello di una lunga battaglia alla conta dei voti.

I dubbi sono aumentati ieri dopo il dibattito infuocato a tratti caotico tra Trump e Biden, caratterizzato, come prevedibile, da una rissa verbale scesa anche in qualche occasione sul personale.

Vedremo chi, tra i due, ne uscirà vincitore nei sondaggi, ma intanto il mercato sembra aver letto la confusione come incertezza politica. D’altro canto lo stesso Trump ha ricordato che non riconoscerà il risultato finale delle elezioni “se ci saranno delle frodi con il voto postale”. Se così fosse, il nome del vincitore potrebbe rimanere incerto a lungo dopo il 3 novembre.

Tutto questo, in un contesto economico in cui l’ampiezza della crisi in atto  è evidente mentre le prospettive non sono ancora chiare.