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Borse: profonda correzione in vista per Wall Street

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MILANO (WSI) – Pochi anni fa Antonio Albanese portava in scena il personaggio del Ministro della Paura: “Io sono il Ministro della Paura, e come ben sapete senza la paura non si vive. Senza la paura della fame e della sete non si vive. Senza la paura della famiglia e della scuola non si vive. Senza la paura di Dio e della sua barba bianca non si vive. Una società senza paura è come una casa senza fondamenta. Per questo io ci sarò sempre. Io aiuto il mondo a mantenere l’ordine. Senza di me le guerre scoppierebbero inutilmente. Le epidemie non avrebbero senso. Le bombe esploderebbero senza nessun vantaggio sociale. Io trasformo la paura in ordine, e l’ordine è il cardine di ogni società rispettabile. Io le paure le plasmo, le elaboro, le impasto e poi ve le trasmetto.” (da Psicoparty di Antonio Albanese).

Il concetto espresso dal personaggio di Albanese è semplice: per guidare le masse non c’è niente di meglio che intimorirle con l’insicurezza sociale, alimentare e finanziaria. La paura oggi ha il nome di recessione in Europa, ha la faccia di Kim Jong-un quando minaccia Sud-Corea e Giappone (che strano tempismo, adesso che il Giappone vara la nuova politica espansionistica che potrebbe danneggiare la Cina, noto alleato di Pyongyang), ha il fragore delle bombe alla maratona di Boston. E tra gli investitori, la paura sta prendendo il posto della compiacenza con le quotazioni in ipercomprato storico che iniziano a scricchiolare in una fase di mercato che ha tutte le caratteristiche per essere definita “distributiva”. La storia insegna che per fare crollare bene i mercati ci vuole un evento esogeno che giustifichi la correzione tecnica agli occhi dei media e ne amplifichi la portata scatenando il panico.

Di fattori esogeni ce ne sono a volontà, oltre a quelli già citati: in Italia abbiamo ancora aperta la questione politica, tuttora ingarbugliata; in Europa gli ultimi dati macroeconomici sembrano gettare ombre anche sulla locomotiva tedesca a rischio “downgrade”; in Cina il debito pubblico locale sembra fuori controllo e il Fondo Monetario ha lanciato l’allarme dalle pagine del Financial Times; in America l’instabilità finanziaria, data dall’eccessiva leva creata dai tassi ai minimi storici, preoccupa la FOMC. Ma cosa emerge dai grafici? Innanzitutto le curve di volatilità implicita dei principali mercati in esame denotano crescenti segnali di paura anche sugli indici americani, fino a oggi i più forti in senso relativo (grafico seguente).

Se poi compariamo l’indice S&P500 con i NewHigh e i NewLow del NYSE si nota un’altra fiammata negativa con l’esplosione dei nuovi minimi e il prosciugamento dei nuovi massimi. Questi dati, uniti al numero di titoli che hanno violato al ribasso le medie a 50 e 200 giorni, nell’ultima settimana fanno pensare a un rapido deterioramento delle fondamenta del mercato.

Quindi è il caso di alzare il livello di attenzione. La velocità e l’ampiezza dei movimenti sui mercati moderni non lascia scampo a coloro che si trovino dalla “parte sbagliata”. Ne sa qualcosa chi aveva in portafoglio derivati finanziari dell’oro che nell’arco di un week-end sono stati letteralmente spazzati via da un violento sell-off e dal contemporaneo aumento dei margini di garanzia richiesti dal CME. I target a 1320 e 1050 punti che avevo indicato dopo il primo sell-off di venerdì nella video-analisi (è pubblicata ogni domenica su You-Videolive) sembravano irraggiungibili e per qualcuno assurdi: il lunedì successivo invece, il primo target a 1320 usd/oncia è stato raggiunto con uno scostamento pari a sei volte la deviazione standard, evento che a detta degli esperti non avrebbe mai potuto accadere (guardate il grafico piu’ sotto). Adesso la Paura è di casa anche tra gli investitori in oro che hanno sperimentato un nuovo Cigno Nero.

Se non che l’analisi intermarket aveva già da settimane acceso un semaforo rosso sull’acquisto di oro e dei suoi derivati finanziari: la comparazione della curva di prezzo dell’oro con il ratio tra Dollar Index e Gold (storicamente correlati inversamente) diceva di non entrare a mercato smentendo i segnali positivi di breve periodo comparsi sugli oscillatori in corrispondenza del supporto storico a 1550 usd/oncia.

A prescindere dalla paura degli investitori, l’oro fisico rimane un asset molto interessante visto che tutti ne stanno facendo incetta: dalle banche centrali di mezzo mondo ai gestori di fondi ed ETF “in oro fisico”, fino ai nuovi ricchi della classe media emergente di India, Cina e Russia. Nello stesso grafico è interessante seguire anche il prezzo dell’indice DJ Industrial (a sinistra) comparato con il suo ratio contro l’oro fisico. Il DJIA è stato l’indice americano più forte fino ad ora e una sua inversione potrebbe confermare lo scenario ribassista futuro, confermato da una contemporanea flessione del ratio DJIA/Gold. Quando scatterà questo segnale, forse il comparto delle materie prime ne godrà, pertanto è da seguire anche il grafico del paniere CRB Index che si trova sulla destra della figura del grafico qui sotto.
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Infine, un altro segnale interessante a supporto della tesi di una probabile e imminente correzione tecnica è dato dal grafico del future e-mini SP500 (figura sotto) che ha sviluppato sul timeframe settimanale un classico pattern A-B-C ribassista tra prezzo e oscillatore: questo pattern evidenzia che a nuovi massimi di prezzo non corrispondono nuovi massimi del MACD Histogram. Lo sviluppo di questo segnale su un timeframe settimanale ha una probabilità di successo molto alta e porta solitamente a correzioni molto profonde. Nel caso del future in esame, se il prezzo riesce a violare la media a 50 giorni a quota 1540, è ipotizzabile un primo target a 1490 seguito da un’ulteriore discesa a 1440 dove incontra il supporto dinamico della media a 200 giorni, con un’escursione pari al 62% di tutto il movimento iniziato dal minimo di novembre.

Concludendo, con queste mie parole non voglio mettervi “paura” ma solo rendervi partecipi dei segnali che si stanno manifestando sui miei sistemi di analisi tecnica (che non sono certo infallibili). Sarà il mercato ad avere l’ultima parola. Noi limitiamoci ad attendere pazienti l’evoluzione senza anticiparne le mosse con entrate frettolose e impulsive, monitorando anche l’andamento del Dollar Index e del comparto obbligazionario che continua a macinare rialzi senza ombra di fatica.

Il contenuto di questo articolo, pubblicato da IT Forum – che ringraziamo – esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

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