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Borse in netto rialzo in attesa di segnali dalla Fed

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Dopo le prese di beneficio di inizio settimana, le borse provano a rialzare la testa nel giorno della Fed. Già ieri, Piazza Affari e i listini del Vecchio Continente avevano chiuso la seduta col segno più, ma oggi il focus sarà sulla conferenza stampa del numero uno, Jerome Powell, per capire se la banca centrale Usa procederà a tre o quattro rialzi nel corso dell’anno per combattere l’impennata dell’inflazione, ormai arrivata al 7% annuo.

Non solo. Secondo gli analisti di Mps Capital Services, il governatore Jerome Powell dovrebbe rassicurare i mercati (compito non semplice) sul fatto che la Fed procederà come descritto, ma stando attenta a non far deragliare la ripresa. Il riferimento ad una policy “data dependent” in futuro potrebbe aiutare in tal senso. D’altro canto, storicamente, per far cambiare idea alla Fed sono state necessarie correzioni ben più profonde di quella fin qui sperimentata, ovvero cali dell’indice S&P500 dai massimi superiori al 20%.

Dopo un avvio positivo, a Piazza Affari, dove gli investitori seguono le elezioni del Presidente della Repubblica, il Ftse Mib segna +1,8% circa con il settore bancario sovraperforma con decisione.
Bene gli altri listini europei. L’indice d’area stoxx 600 avanza dell’1,6%. In rialzo Londra (+1,5%), Parigi (+1,6%), Francoforte (+1,8%), Madrid (+1,8%).

Anche i future sulle borse americane sono positivi, nonostante ieri sia fallito il tentativo di recupero e il Nasdaq abbia accusato una frenata del 2,28%. Intanto rimane sotto la lente la delicata situazione in Ucraina, con tensioni alle stelle tra Usa e Russia, mentre va avanti a pieno ritmo la stagione delle trimestrali.

Borse, più volatilità ma correzioni ridotte

Cosa aspettarsi nei prossimi mesi? Per Eric Bertrand, CIO e CEO di Ofi Asset Management e Jean-Marie Mercadal, direttore delle strategie di investimento, “il sentimento generale del mercato è cambiato dal periodo di euforia che ha prevalso verso la fine del 2021. Questo è in parte dovuto al fatto che la nuova variante Omicron si sta diffondendo e sta limitando l’attività commerciale, in particolare in Cina. Ma la preoccupazione maggiore è che l’inflazione stia tornando in auge e che la Federal Reserve stia diventando più aggressiva. Nonostante tutti i fattori di rischio, i fondamentali delle aziende sembrano essere su un terreno solido. Crediamo quindi che i mercati potrebbero diventare più volatili, ma non ci aspettiamo grandi fluttuazioni, cioè movimenti superiori al 10%-15%”.

Gli esperti hanno poi specificato che le aspettative sui tassi d’interesse e sull’acquisto di asset continueranno ad aumentare fino a quando l’inflazione non si attenuerà. “Prevediamo, quindi, che i tassi d’interesse continueranno a salire e che i mercati azionari si adegueranno di conseguenza, sia per quanto riguarda i livelli complessivi degli indici che i singoli stili d’investimento. Avendo realizzato i nostri guadagni delle ultime sei settimane, prevediamo ora che questo periodo di incertezza creerà migliori punti di ingresso per rientrare nei mercati azionari“.

Entrando nel dettaglio delle previsioni, “se il nostro scenario centrale si avvera, assisteremo a un leggero aumento dei tassi d’interesse a breve e lungo termine, senza rendere i mercati azionari meno attraenti di quelli obbligazionari. Con una crescita economica globale prevista tra il 4,5% e il 5,0%, gli utili per azione delle aziende americane ed europee dovrebbero aumentare rispettivamente dell’8% e del 7% circa quest’anno.  Il nostro scenario centrale non tiene conto, ovviamente, di un’improvvisa ricomparsa della pandemia di Covid, che si ripercuoterebbe sulla crescita economica e quindi sulla crescita degli utili. L’altro rischio è che l’inflazione possa persistere, il che eroderebbe i margini se le aziende non riuscissero a trasferire i costi di produzione più elevati sui prezzi di vendita” conclude Bertrand.