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Borse: idee e strategie per posizionarsi in caso di shock geopolitici

Un anno particolarmente difficile il 2024, caratterizzato da molteplici guerre e un numero senza precedenti di elezioni a livello globale che fanno aumentare i possibili rischi geopolitici per gli investitori e le borse di tutto il mondo.

Quali sono questi rischi? Da una parte nella Ue un forte shock dell’approvvigionamento di materie prime, simile a quello registrato nel 2022, quando il conflitto tra Russia e Ucraina ha innescato uno shock stagflazionistico, mettendo a rischio l’approvvigionamento di fonti di energia e di beni alimentari a livello globale. Al momento, la minaccia più pressante deriverebbe da una recrudescenza del conflitto tra Israele e Hezbollah al confine tra Libano e Israele.

Una guerra vera e propria potrebbe coinvolgere l’Iran e gli Stati Uniti, con una notevole possibilità di interruzione della navigazione nel Golfo (e conseguente riduzione del trasporto marittimo di petrolio), o addirittura della produzione effettiva di petrolio qualora l’Iran o i suoi proxy dovessero interrompere la produzione nella regione. A ciò si aggiungono scenari di crisi regionali con effetti risk-off, in cui sì l’effettiva interruzione dell’approvvigionamento viene scongiurata, ma i mercati diventano nervosi e rivalutano rapidamente i rischi al ribasso di tale interruzione.
Qualche esempio? In Asia è ipotizzabile che la Corea del Nord inneschi una crisi superiore ai precedenti, mentre uno scenario meno probabile è invece che le tensioni nello Stretto di Taiwan creino un precedente, rappresentando delle minacce per il commercio o per la produzione di semiconduttori.

Come posizionare i portafogli dinanzi a tali scenari lo spiegano Elliot Hentov, Head of Macro Policy Research, e Altaf Kassam, Head of Investment Strategy & Research per l’area EMEA di State Street Global Advisors.

Borse: come costruire un portafoglio che regga gli urti

Secondo gli esperti, la scelta degli strumenti e le borse nelle quali investire  varia in termini di complessità.

Così, il metodo più facile da attuare consiste nell’essere sovrappesati nelle valute e nei relativi asset class e segmenti. Nel mercato dei cambi (FX), le classiche valute considerate bene rifugio, come il dollaro, lo yen giapponese e il franco svizzero, tendono infatti a sovraperformare nei periodi di stress. Tuttavia, i titoli di Stato associati potrebbero non salire allo stesso modo.

L’oro poi funziona bene come copertura geopolitica finché i tassi reali non aumentano. A livello azionario, i classici settori difensivi come ad esempio l’healthcare, i beni di consumo e le utility performano meglio.

Gli esperti poi forniscono alcune idee per una costruzione del portafoglio di investimento.

  1. Andare long su materie prime o energia: essere long sulla volatilità delle materie prime può offrire un’esposizione proxy migliore.
  2. Posizionamento long sull’oro: oltre a una view distinta sulle materie prime, una singola esposizione all’oro può potenzialmente aiutare a gestire i rischi macroeconomici. Storicamente, in media, nei periodi di alta volatilità, quando l’indice VIX sale, i prezzi dell’oro hanno sovraperformato altri mitigatori del rischio tradizionali come obbligazioni, Treasury e azioni difensive.
  3. Settori azionari difensivi a valore relativo: se si verificano rischi macroeconomici e il settore reagisce in modo simile a quanto accaduto in passato, la concentrazione sui settori difensivi per neutralizzare il beta di mercato può essere potenzialmente aggiuntiva. Di conseguenza, una posizione di valore relativo nel settore macroeconomico potrebbe essere assunta adottando un posizionamento long sui settori difensivi (utility, healthcare e beni di consumo) e al contempo una posizione short sul mercato più ampio, sia su base dollaro che beta-neutrale.

Infine, concludono, “per gli investitori che hanno accesso a strumenti di hedging più complessi, i derivati potrebbero rivelarsi interessanti quest’anno. Vista la data certa delle elezioni statunitensi, le borse hanno un periodo definito per stipulare i contratti option. Ad esempio, l’attuale curva dei futures VIX raggiunge un picco a novembre e poi si attenua, e tendenze simili potrebbero essere visibili anche in altri mercati”.