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Borsa Milano sfiora 22.000: nulla di fatto Bce, giù l’euro

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MILANO (WSI) – I toni particolarmente accomodanti di Draghi hanno spinto la Borsa di Milano in rialzo dell’1,38%. Malgrado il nulla di fatto della Bce, la volonà di agire per contrastare la bassa inflazione ha pesato sull’euro e favorito l’azionario.

Il Ftse Mib si ferma vicino ai massimi di seduta, ma dopo essersi riportato sopra la soglia psicologica dei 22.000 punti chiude a 21.992,08. Euro in saliscendi: dopo un primo balzo, scivola anche in area $1,3720.

Intanto lo Spread scende in area 165 punti base dopo la decisione della Bce con un tasso a 10 anni che vale il 3,32%. Draghi ha confermato che il comitato di politica monetaria ha discusso l’ipotesi di portare sotto zero i tassi sui depositi. Pubblicato l’indice Pmi composito dell’Eurozona, che a marzo è sceso a 53,1 da 53,3 punti di febbraio.

L’impostazione del Ftse Mib, nel medio lungo periodo, rimane rialzista, complici i flussi che stanno tornando a puntare su Piazza Affari. Il dietrofront della vigilia offre però spunti di riflessione, e l’analisi tecnica, seppur ottimista, intravede zone di ipercomprato.

Potrebbe essere così rischioso continuare ad accumulare posizioni long sul principale indice azionario, dopo i rialzi che qualche operatore inizia a definire eccessivi. Ritracciamenti sono previsti attorno ai 22.000 punti, soglia che di fatto si è presentata ieri come una forte resistenza; importante l’obiettivo dei 22.600 punti per un ulteriore strappo rialzista.

Bancari per lo più positivi con qualche eccezione, con Mps +1,33%, Bper -0,26%, BPM +0,77%, Banco Popolare -0,66%, Intesa +1,13%, Unicredit e Ubi Banca con rialzi superiori a +1%. Tra altri titoli Generali +2,56%, Telecom -1%, Moncler -1,42%, Mediaset +1%.

Market mover della sessione odierna sono le decisioni di politica monetaria da parte della Bce. In un contesto di minaccia di deflazione, ci si chiede quali strumenti l’Eurotower potrebbe mettere in atto per scongiurare lo spettro di una sindrome giapponese.

I tassi rimangono ai minimi storici dello 0,25%. Soltanto tre dei 57 economisti che sono stati intervistati da Bloomberg prevedeva un intervento sui tassi. Credit Agricole e Danske Bank A/S stimavano una riduzione allo 0,15%, mentre Goldman Sachs un taglio allo 0,1%.

Sul versante macro, l’Ocse prevede una crescita economica dell’1% quest’anno nell’area euro, e lieve rafforzamento al più 1,6 per cento nel 2015.

In Asia, borsa di Tokyo in solido rialzo, Nikkei +0,84%; Hong Kong +0,15%, S&P/ASX 200 +0,12%, Shanghai -0,77%, Kospi -0,18%.

In ambito valutario, l’euro sale e poi scende dopo la conferenza di Draghi. Dopo un primo balzo, scivola in area $1,3723.

In ambito di materie prime, i futures sul petrolio -0,41% a $99,21 al barile, oro +0,54% a 1.286,90.