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Borsa Milano giù, paura per default Grecia dopo rivelazioni stampa. Venduta MPS

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MILANO (WSI) – Piazza Affari ha archiviato una seduta sottotono fin dalle prime battute in forte ribasso, con il listino Ftse Mib che, scontando lo stacco delle cedole, accusa una perdita del -1,17% a 23.198,10 punti. I dividendi incidono per l’1,65% sul Ftse Mib. Favorito dalle ultime indiscrezioni uscite sull’eterna vicenda greca, l’indice Eurostoxx 50 ha invece invertito tendenza sul finale e chiuso a +0,11%.

In Europa nei primi scambi ha influito la paura di un default della Grecia, il cui indice di Borsa ha lasciato sul campo fino all’1,5% intraday, prima di riprendersi sul finale sulla scia delle voci circa un piano Juncker. Ad Atene il mercato spera che l’accordo proposto dal presidente della Commissione Ue possa sbloccare i lunghi negoziati tra creditori e governo sul nuovo piano di aiuti.

Venduti oggi i bond dell’area periferica, tra cui i Btp italiani. Stessa sorte tocca alla moneta unica: l’euro buca 1,14 dollari, scambiando in flessione del -0,86% a $1,1352. Dollaro/yen +0,48% a 119,82 yen. Spread tra Btp e Bund decennali in ampiamento di quasi il 5% in area 120 punti base.

Le trattative tra Eurogruppo e Atene sono giunte a un punto fermo e ora il Fondo Monetario Internazionale non assicura più che fornirà i 3,6 miliardi previsti nella nuova tranche di aiuti da 7,2 miliardi che il governo ellenico spera di sbloccare. Per questo il piano Juncker, che prevede il rinvio di alcune misure di rigore impopolari a cui Syriza è contraria, viene accolto come un’apertura positiva.
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Sui ribassi in Italia incide la giornata ricca di stacco delle cedole; tra le società Azimut, Atlantia, Ansaldo, Generali, BPM, Bper, Buzzi (sia orinaria che risparmio), Campari, Enel Green Power, Intesa SanPaolo (ordinaria, risparmio), Eni, Luxottica, Mediaset, Moncler, Pirelli (ordinaria, risparmio), Ubi Banca, Tenaris, Snam, Ferragamo, Unicredit ordinaria e risparmio.

Maglia nera Snam (-5,25%). Molto male anche MPS (-3,85%), con i prezzi che se dovessero violare anche il supporto di 0,545 euro fornirebbero un pericoloso segnale ribassista. In controtendenza si sono mossi Fca (+1,26%), Exor (+1,55%), A2A (+1,3%) e Unicredit, queste ultime due favorite dalle raccomondazioni positive degli analisti.
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In Europa sempre tra i singoli titoli particolarmente pesanti i titoli BHP Billiton tra i più pesanti (picchi al ribasso oggi di -5%) dopo il debutto al rallentatore delle attività scorporate di South32 in seguito allo spinoff.

Sul versante macro, le esportazioni sono aumentate in Italia a marzo, grazie a un boom dell’area extra Ue (+13,2%). Rispetto all’ultimo trimestre 2014 si rileva un incremento dell’1,2%.
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Tra le materie prime, i futures sul petrolio Usa +0,05% a $59,72 al barile, Brent -0,6% a $66,41. Oro +0,19% a $1.227,08. Argento +1,22% a $17,72.

In Asia reso noto l’indice dei prezzi immobiliari in Cina, sceso -6,1% ad aprile, stando ai calcoli di Reuters. Ordinativi dei macchinari +2,6% in Giappone a marzo. Shanghai -0,59%, Sidney -1,33%, Tokyo +0,80%, Seul +0,34%.

(Lna-DaC)