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Borsa Milano crolla -4%, per mercato Bce inadeguata

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MILANO (WSI) – Giovedì nero per Piazza Affari. Dopo le parole del presidente della Bce Mario Draghi il Ftse Mib ha accelerato progressivamente al ribasso, bucando la soglia dei 20.000 punti, e anche dei 19.900 punti, con una perdita di -3,92%. L’indice si è attestato a 19.895 punti. La perdita totale corrisponde a quasi 18,5 miliardi di euro di capitalizzazione.

Vendite sui BTP: sul mercato dei titoli di stato, spread BTP-Bund decennale +1,94% a 145,51 punti base, a fronte di rendimenti decennali +1,62% al 2,32%.

Mercati scottati dalla mancata adozione, per l’ennesima volta, di un programma di QE, ovvero di quantitative easing, da parte dell’Eurotower. Attacco dagli hedge fund, che hanno forzato Piazza Affari al ribasso, agendo sul future sull’indice Ftse Mib.

L’annuncio della Bce di lasciare i tassi invariati al minimo storico dello 0,05% e le rassicurazioni proferite successivamente dal presidente Draghi sull’impegno di Francoforte a sostenere l’economia europea hanno sortito sui mercati l’effetto opposto rispetto a quello desiderato.

IL COMMENTO DI VINCENZO LONGO, MARKET STRATEGIST IG ITALIA

“L’amarezza sul mercato si sarebbe diffusa per la mancanza di un punto di riferimento chiaro ed esplicito sull’ammontare di asset acquistati dalla Bce, così come hanno fatto sia la Federal Reserve e sia la Bank of Japan. L’Istituto di Mario Draghi non ha voluto dichiarare nessun dettaglio in merito, lasciandosi la libertà di decidere arbitrariamente sulla base dell’evoluzione del mercato. Non è bastato agli operatori la dichiarazione di Draghi secondo cui la portata totale di tutte le operazione (TLTRO, ABS, Covered Bond) sia potenzialmente di 1.000 miliardi di euro. D’altronde vedendo l’esito deludente della recente operazione TLTRO è lecito attendersi che il mercato nutre un certo scetticismo sul raggiungimento di questo valore”.

Di fatto, “considerando poi la tempistica degli acquisti di ABS e Covered Bond (2 anni) e l’ampiezza di questi mercati, sembrerebbe che tali operazioni saranno molto graduali e spalmate su un orizzonte temporale molto lungo di tempo e quindi non in grado di avere un impatto rilevante immediato sull’economia. Ad avvalorare questa tesi, anche le considerazioni fatte da Draghi in italiano a conclusione della conferenza stampa, dove ha precisato che le operazioni della Bce devono essere in grado di modificare le aspettative future e riportare l’ottimismo tra gli operatori”.

Sebbene la Bce abbia continuato a ribadire una certa apertura verso ulteriori manovre espansive nei prossimi mesi, gli investitori sembrano capire che i tempi sono piuttosto lunghi e tutto ciò in un contesto di veloce deterioramento delle condizioni macroeconomiche. Queste ultime dichiarazioni hanno riportato qualche vendita sui titoli governativi della zona euro, con i rendimenti di Spagna e Italia in rialzo, dopo i recenti minimi”.

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Alti oggi i volumi scambiati sull’indice di riferimento europeo Stoxx 600, superiori del 12% rispetto alla media degli ultimi 30 giorni, stando ai dati compilati da Bloomberg.

A innervosire i mercati di tutto il mondo – gli emergenti sono scivolati ai minimi di 4 mesi – è in generale anche lo stato dell’economia mondiale, che sta attraversando una fase di rallentamento, accompagnato dalle prospettive di un rialzo dei tassi della Fed prima del previsto.

Tra i titoli scambiati sul Ftse Mib, forti vendite sulle banche. BP -6,10%, BPM -3,9%, Bper -5,2%, Mps -4,9%, Intesa -5,5%, Unicredit -4,92%, Ubi Banca -5,14%. Ma il segno negativo ha colpito tutti i comparti: Autogrill -3,49%, Eni -3,44%, Finmeccanica -6,31%, Mediaset -3,90%. In particolare su Finmeccanica sfuma l’impatto positivo derivante dalle indiscrezioni stampa sulla cessione del ramo ferroviario. Pesa il giudizio di S&P, che ieri ha abbassato l’outlook da stabile a negativo.

Sulle singole storie societarie, sotto i riflettori Fiat. Sulla casa automobilistica numero uno in Italia i broker citati da Reuters segnalano, da un lato, l’andamento positivo delle vendite a settembre in Italia e soprattutto negli Usa e, dall’altro, le rassicurazioni del gruppo sul fatto che l’inchiesta Ue sul tax ruling in Lussemburgo non avrà comunque impatti finanziari significativi. Gtech fa +0,7%.

Non arrivano notizie positive dal fronte macro: il 60% dell’industria manifatturiera mondiale si sta indebolendo. Dei 25 grandi paesi che hanno pubblicato l’indice PMI, 15 hanno registrato una contrazione. Solo 8 hanno visto un miglioramento dell’attività.

Bene l’asta di Bonos spagnoli. Il Tesoro di Madrid ha collocato titoli al rendimento minimo del 2,05%.

In Asia sono già cinque le sedute consecutive in perdita. Il timore che la fine delle manovre di politica accomodante della Federal Reserve sfoci in un rialzo dei tassi di interesse e i segnali di rallentamento ulteriore dell’economia dell’area euro sono i due fattori principali che influiscono negativamente sugli scambi.

Pesante tra gli indici, con il Nikkei che ha chiuso a -2,61%, pagando la brusca correzione del dollaro tornato sotto i 109 yen.

Mentre continuano ad andare in scena le proteste della “rivoluzione degli ombrelli“, le Borse di Cina e Hong Kong sono chiuse per le festività nazionali del 65esimo anniversario della Repubblica Popolare Cinese.

Sul valutario, euro +0,25% a $1,2655; dollaro/yen -0,51% a JPY 108,32; euro/franco svizzero +0,04% a CHF 1,2069. Euro/yen -0,22% a JPY 137,11.

Riguardo alle materie prime, i futures sul petrolio hanno ridotto le perdite che avevano portato il contratto WTI a sfondare la soglia dei $90 al barile. I prezzi cedono ora -0,54% a $90,24; quelli sull’oro sono piatti con -0,09% a $1.214,40.