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Borsa Milano cede -1,5%, pesano Enel e dati Spagna e Francia sul manifatturiero

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MILANO (WSI) – Chiusura in rosso sui minimi di seduta per Piazza Affari, peggiore Borsa d’Europa. Listino Ftse Mib ppesantito dalle vendite che hanno colpito big del settore energia come Enel e Saipem. L’indice principale del mercato milanese ha perso l’1,52% a 18.732 punti, mentre gli altri listini del Vecchio Continente hanno chiuso per lo più poco mossi.

Tra le blue chip, maglia nera a Enel (-3,76%) dopo la decisione inattesa del Governo di Madrid di tagliare i contributi al settore energetico, attraverso un emendamento al disegno di legge sulla riforma del sistema elettrico in Parlamento. Giù anche Enel Green Power (-3,2%) e Saipem (-2,97%). Realizzi su Telecom (-2,5%): oggi la società ha comunicato che non ci sono contatti in corso per la vendita di Tim Brasil.

Mercato innervosito dai dati macro europei a luci ed ombre, che aumentano i dubbi sulla solidità della ripresa. Si allontano inoltre le speranze di un nuovo intervento della Bce.

Non aiuta la buona notizia giunta dal fronte italiano, con l’indice Pmi che, contrariamente a quello spagnolo, è balzato al massimo in due anni e mezzo, salendo a novembre a 51,4 punti da quota 50,7.

A influenzare negativamente gli scambi sono le cattive notizie giunte da Parigi e Madrid. L’industria manifatturiera ha toccato i minimi di cinque mesi in novembre. La Francia, che rischia di riscivolare in una seconda fase di recessione da cui è appena uscita, ha visto una contrazione dell’attività per il 21esimo mese consecutivo.

Nello specifico l’indice è sceso a 48,4 punti da 49,1 ai minimi da giugno Produzione e nuovi ordini hanno accusato un peggioramento. Sono risultate deboli sia la domanda interna sia quella esterna e anche il numero di licenziamenti è aumentato rispetto al mese precedente.

Male anche il dato spagnolo relativo al Pmi manifatturiero, che a novembre è scivolato a 48,6 punti, dai 50,9 di ottobre. L’elemento più preoccupante è il fatto che l’indice si è posizionato sotto la soglia dei 50 punti, dunque in fase di contrazione. La componente dei nuovi ordinativi è scesa per la prima volta in sei mesi.

Tuttavia, trascinato dal riscontro positivo di Germania e Olanda l’indice manifatturiero complessivo dell’area euro, stilato sempre da Markit Economics, è salito a novembre a 51,6 dai 51,3 di ottobre e contro la stima di 51,5 punti, testando i livelli più alti da giugno 2011.

“Gli indici Pmi europei si sono confermati più solidi delle attese, a parte il caso della Spagna, e questo fattore sta pesando sui Bund (tedeschi) – ha commentato in una intervista rilasciata a Bloomberg Mathias Van Der Jeugt, strategist della divisione di reddito fisso presso KBC Bank NV a Bruxelles – Nel breve termine, i dati limitano la possibilità che la Bce allenterà ulteriormente la propria politica monetaria”.

La performance di novembre dell’indice di riferimento della borsa italiana, Ftse Mib, non è stata particolarmente brillante, tutt’altro. Il listino, dopo quattro mesi consecutivi di rialzi, ha infatti messo la retromarcia, segnando una perdita dell’1,71%. Il trend dall’inizio dell’anno rimane comunque positivo con +16,89%. Il listino di riferimento Eurostoxx 600 ha chiuso in rialzo novembre, per il terzo mese consecutivo.
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Tra le storie societarie di rilievo Telecom Italia, che ha smentito i rumor su una eventuale vendita di Tim Brasile e la notizia che vede protagoniste Mps, Unicredit e Intesa, che hanno deciso di cedere la maggioranza del capitale di SIA a Fondo Strategico Italiano, F2i Sgr e Orizzonte Sgr.

Sul mercato dei titoli di stato, lo spread tra i Btp e il Bund a 10 anni scende -0,96% a 232,44 punti base, a fronte di un rendimento decennale +0,76% al 4,07%.

Mercati asiatici in ribasso, nonostante l’indice manifatturiero positivo PMI della Cina, che a novembre si è attestato a 51,4 punti, in linea con il massimo degli ultimi 18 mesi testato a ottobre e meglio delle attese. Un report separato pubblicato da Hsbc Holdings e Markit Economics ha reso noto che lo scorso mese il PMI si è attestato a 50,8 lo scorso mese, contro i 50,9 di ottobre.

Borsa di Tokyo piatta con -0,04%, dopo che il Nikkei ha guadagnato +9,3% a novembre, su base mensile. Shanghai -0,59%; indice australiano S&P/ASX 200 -0,76%; indice coreano Kospi -0,69%, Hong Kong +0,49%.

ALTRI MERCATI – In ambito valutario, euro -0,41%, scambia a $1,3533. Dollaro/yen +0,45% a JPY 102,87; euro/franco svizzero +0,03% a CHF 1,2318, euro/yen +0,09% a JPY 139,16.

Riguardo alle commodities, i futures sul petrolio -0,10% a $92,63 al barile, quotazioni dell’oro -1,01% a $1.238 l’oncia.