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Borsa Cina ai minimi in 4 anni, -10% da inizio 2012

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New York – Lo Shanghai Composite Index ha chiuso in territorio positivo nella sessione odierna, facendo +3% e segnando così il balzo più forte in ben quattro settimane. Buona notizia? Non proprio: più che altro il guadagno deve essere interpretato alla stregua di una parentesi visto che, appena tre giorni fa, lo scorso 27 novembre, il listino ha chiuso al di sotto della soglia psicologica a quota 2.000 punti per la prima volta dagli inizi del 2009, esattamente dal 23 gennaio del 2009, e a quota 1.991,17 (ma è arrivato durante le contrattazioni intraday a scendere in modo ancora più sostenuto).

Il listino scambia in media a 10,9 gli utili riportato, al livello minimo dal 1997 almeno, stando ai dati resi noti da Bloomberg. Dall’inizio del 2010 ha perso -10% e si avvia a concludere il 2012 in perdita per il terzo anno consecutivo, in un momento in cui il ritmo di crescita della congiuntura cinese rallenta il passo per il settimo trimestre consecutivo. Inoltre, con oggi si conclude il mese peggiore da luglio. L’indice ha perso infatti a novembre -4,3%.

Tuttavia le cose non quadrano, visto che, a un tasso di crescita che si aggira al 7% circa, l’economia cinese non versa certo in brutte condizioni. Ciò nonostante, lo Shanghai Composite Index si trova a fare i conti con una perdita -10% dall’inizio dell’anno, contro +6% del Dow Jones Industrial Average, il 18,5% dell’indice di Hong Kong e +4,1% del Ftse 100 di Londra.

“la fiducia sui mercati azionari pare aver testato un nuovo minimo quest’anno, con i volumi di scambio davvero bassi”, commenta Deng Wenyuan, analista presso Soochow Secuties. E in effetti, l’interesse per l’azionario cinese sembra aver subito una netta battuta d’arresto, se si considera che le transazioni del martedì nero si sono attestate a 39,09 miliardi di yuan (equivalente di $6,28 miliardi), in netto ribasso rispetto alla media giornaliera di quest’anno, pari a 66,52 miliardi di yuan.

Occhio però a un sottoindice del listino, lo Shanghai Stock Exchange Property Index, che è stato l’unico settore tra i cinque sottoindici a crescere nel 2012, facendo ben +11%. La componente include i titoli delle società attive nel settore immobiliare, che potrebbero continuare a beneficiare del continuo processo di urbanizzazione in corso nel paese.

Wu Kan, gestore di fondi con sede a Shanghai presso Dazhong Insurance, sottolinea che “il governo potrebbe espandere le aree (per l’urbanizzazione) nelle città minori, ed è su questo che le autorità contano per accelerare di nuovo il motore della crescita cinese”.

Zhang Yanbin, analista presso Zheshang Securities, intervistato dal Wall Street Journal, afferma che “i commenti recenti del vicepremier Li sull’urbanizzazione alimentano le aspettative di ulteriori spese per le infrastrutture”. Da un punto di vista di analisi tecnica, il prossimo supporto è fissato comunque a quota 1.900. Oggi lo Shanghai Composite Index ha chiuso +0,9% a 1.980,12 punti.