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BofA: “Investitori soffrono della sindrome di Stoccolma”

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NEW YORK (WSI) – Gli investitori soffrono della sindrome di Stoccolma, un termine usato per individuare quegli ostaggi che iniziano a simpatizzare e persino avere fiducia nel proprio rapitore.

Gli operatori di mercato che continuano a puntare nell’azionario ora sono come quegli ostaggi e i loro rapitori sono le banche centrali.

Il team dell’azionario europeo dell’istituto americano ha scritto una nota in cui sostiene che “accumulare titoli azionari è una strategia perdente”.

L’azionario mondiale è in rialzo del 5% da inizio anno con gli operatori di mercato che continuano a prendere rischi, mentre il mercato più sicuro dei bond è in calo del 3%.

Gli investitori si comportano in questo modo perché ritengono che iniettando denaro nelle economie mondiali le banche centrali stiano facendo il loro interesse, quando la situazione è ben diversa.

Il chief investment strategist di Bank of America Merrill Lynch, Michael Hartnett, sostiene che gli investitori non dovrebbero avere fiducia nelle banche centrali e dovrebbero invece andarci piano.

Quando lo banche centrali, la Federal Reserve in primis, non inonderanno più i mercati e le economie di denaro, interrompendo le misure di quantitative easing, l’azionario cadrà in preda della volatilità, dal momento che a sostenere le Borse sono proprio le operazioni di acquisto di debito da parte dei banchieri centali.

Un’altra possibilità è che le banche centrali continuino a stampare denaro, ma ciò succederà solo se i fondamentali dell’economia come il Pil e gli utili societari per azione (EPS) non si comporteranno come i banchieri e le autorità sperano.

In questo caso la bolla dell’azionario dovrà prima o poi scoppiare, considerando che la discrepanza con la realtà è già elevatissima. È un rischio particolarmente serio per chi sta scommettendo nei titoli azionari di gruppi di beni al consumo o in qualche modo legati alle vendite al dettaglio.

Il settore sta incamerando guadagni su guadagni in Borsa, ma i fondamentali economici non sono buoni. Gli investitori continuano a sperare che l’andamento ancora fiacco dei consumi negli Stati Uniti migliori. Ma se non succede, l’esito potrebbe essere deleterio.

(DaC)