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Bitcoin e criptovalute: perché non convincono i consulenti finanziari

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La copertura dei media su Bitcoin e criptovalute, giustificata dalla corsa dei rispettivi valori di mercato, genera curiosità. Ma per la maggioranza dei consulenti finanziari questi asset restano marginali se non del tutto assenti dai portafogli suggeriti per i propri clienti.

The Street ha raggiunto diversi advisor per capire quali sono, ancora oggi, le ragioni per diffidare dalle criptovalute come asset sui quali investire nel lungo periodo. La motivazione numero uno rimane l’elevata volatilità: dal 2010 il Bitcoin ha sperimentato tre crash superiori all’85% del valore.
Per quanto la criptovaluta per eccellenza abbia successivamente recuperato le perdite nel corso degli anni “la maggioranza dei clienti non può tollerare una perdita dell’85%”, ha affermato Nicole Gopoian Wirick, presidente di Prosperity Wealth Strategies.
“Quando si tratta di qualcosa di importante come i tuoi soldi”, ha aggiunto, “credo che ci sia una grande saggezza nell’essere noiosi. Questo è il motivo per il quale investo in portafogli multi-asset class diversificati a livello globale che sono in linea con i tuoi obiettivi e obiettivi di rischio”.

Secondo Thom Rindahl, pianificatore finanziario certificato presso TruWest Wealth Management Services, un’altra ragione di preoccupazione sul Bitcoin è “la futura regolamentazione del governo e il concetto di offerta limitata” che contraddistingue le criptovalute. Anche il celebre investitore e fondatore di Bridgewaters Associates, Ray Dalio, ha affermato come “probabile” l’eventuale messa al bando per legge del Bitcoin.

Bitcoin: come un investimento venture?

“Penso che molti investitori in criptovalute siano concentrati sul momentum” ovvero lo slancio attuale del mercato, ha affermato Eric Walters, managing partner di Summit Hill Wealth Management. “Penso che quella del momentum non sia una buona logica per investire”.

Entrando nel dettaglio degli argomenti sostenuti dai sostenitori delle criptovalute “si potrebbe affermare che le valute fiduciarie verranno svalutate e che le criptovalute offriranno un’alternativa di mercato”, ha affermato Walters. “Sono aperto a questa idea, ma ci sono così tante criptovalute che potrebbe esserci troppa offerta”. E ancora: “Qualcuno pensa davvero che il dollaro USA sia meno affidabile di una criptovaluta? Penso che sia ridicolo”, ha dichiarato il consulente.
Del resto la limitata offerta del Bitcoin alla fine potrebbe contare poco “se nessuno vuole usarlo” per compiere transazioni. Detto questo, Walters considera quello nelle criptovalute come un investimento venture. Come tale, “allocherei il 3-7% del portafoglio in investimenti di questo tipo che siano ampiamente diversificati”.