Economia

Bce, piano antispread: Francoforte prende tempo e utilizza il Pepp

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Nella riunione straordinaria del consiglio direttivo della Bce terminata alle ore 14 non è uscito il tanto atteso piano antispread, ormai necessario dopo la recente impennata degli spread dei paesi periferici con il differenziale Btp /bund che si era portatato a 240 punti, sui massimi degli ultimi due anni.

Per il momento, secondo quanto si apprende da un stringato comunicato, il Consiglio direttivo ha dato mandato ai pertinenti Comitati dell’Eurosistema di accelerare il completamento della progettazione di un nuovo strumento anti-frammentazione ora ancora all’esame del Consiglio direttivo.

Nel frattempo la Bce ha confermato che applicherà flessibilità nel reinvestimento dei titoli in scadenza presenti nel portafoglio del piano straordinario Pepp (attreverso il quale sono stati acquistati 1.850 miliardi di euro di titoli di stato dei paesi della zona euro), al fine di preservare il funzionamento del meccanismo di trasmissione della politica monetaria. Una misura prevista già al momento dell’introduzione nel 2020 del Pepp.

La nota della Bce conferma poi che il Consiglio direttivo è sempre impegnato ad agire contro i rischi di recrudescenza della frammentazione della zona euro. “La pandemia ha lasciato vulnerabilità durature nell’economia dell’area dell’euro che stanno effettivamente contribuendo alla trasmissione non uniforme della normalizzazione della nostra politica monetaria tra le giurisdizioni” sottolineano da Francoforte.

Cauti i commenti i commenti degli operatori dopo il meeting straordinario della Bce. Secondo Michele Morra, Portfolio Manager di Moneyfarm “la riunione straordinaria di oggi, focalizzata sul rischio di frammentazione economica e finanziaria dell’Eurozona, ha parzialmente deluso i mercati, già scoraggiati dalla vaghezza del meeting di settimana scorsa. Tuttavia, in assenza di indicazioni sostanziali sul nuovo strumento a cui la Banca Centrale sta lavorando, la moneta unica ha perso completamente i guadagni della mattinata. La nota positiva è che però ci potrebbe essere un ulteriore strumento oltre al reinvestimento del PEPP, che non era stato giudicato sufficiente per moderare il rialzo degli spread.In tal senso, anche la capacità di strumenti aggiuntivi per mitigare l’effetto del rialzo dei tassi sulla stabilità finanziaria dell’Europa periferica rimane tutta da dimostrare. Riteniamo però che la flessibilità a cui la BCE ambisce sia un aspetto fondamentale per i rendimenti obbligazionari dell’Europa periferica, non solo grazie al contenimento diretto degli spread derivante dall’acquisto di titoli, ma anche per l’impegno stesso della Banca Centrale ad intervenire in situazioni di stress.
Detto questo, concentrare i propri investimenti in alcuni Paesi puntando sistematicamente sulla protezione della Banca Centrale rappresenta un azzardo e riteniamo dunque importante continuare a diversificare la componente obbligazionaria di portafoglio”.

 

Bce: pronti a nuovi strumenti contro lo spread

Con molta probabilità la Bce non aveva previsto una reazione così violenta dei mercati di fronte all’annuncio di giovedì scorso con cui la presidente Christine Lagarde ha di fatto varato una stretta monetaria dall’estate per rispondere all’aumento dell’inflazione nell’area euro.

Non a caso ieri Isabel Schnabel, un’economista tedesca dell’esecutivo della Bce, ribadendo quanto già detto giovedì scorso ad Amsterdam dalla presidente Christine Lagarde, ha spiegato ieri:

“Stiamo monitorando molto attentamente gli sviluppi sui mercati” e la BCE è pronta a “reagire ad emergenze nuove con strumenti nuovi”, per fronteggiare “aggiustamenti dei prezzi che minaccino la trasmissione della politica monetaria e quindi il nostro mandato primario di stabilità dei prezzi”. “Nel corso degli ultimi giorni – ha detto – sono aumentate le preoccupazioni circa l’entità dell’inasprimento della politica monetaria necessario per ripristinare la stabilità dei prezzi. L’aumento dei premi per il rischio sovrano è accelerato, le condizioni di liquidità sono diventate più difficili e le variazioni giornaliere dei rendimenti obbligazionari sono aumentate”.