I fari del mercato tornano ad accendersi sulla politica monetaria europea con la BCE che tornerà a riunirsi giovedì 12 settembre.
Secondo fonti sentite da Reuters, il consiglio dell’istituto di Francoforte è propenso a varare nella prossima riunione di politica monetaria del 12 settembre un pacchetto di misure di stimolo che comprende un taglio dei tassi e un rafforzamento della ‘guidance’ con l’impegno a mantenere i tassi bassi per un periodo più prolungato, compensando però l’erosione dei margini delle banche tramite il meccanismo del ‘tiering’.
Secondo le stesse fonti, che hanno tuttavia specificato che nessuna decisione finale è stata ancora presa, molti consiglieri sarebbero favorevoli anche all’utilizzo di strumenti più efficaci come un nuovo programma QE, ma alcuni paesi dell’Europa settentrionale sono contrari all’acquisto di asset, e questo complica il quadro.
Sempre riguardo alle prossime mosse della BCE, gli analisti di UBS anticipano un nuovo Qe, dopo quello chiuso a fine 2018, ovvero un programma di acquisti di titoli che prima non faceva parte del suo scenario di base di 45 miliardi di euro al mese su 15 mesi, di cui il 70% dedicato ai titoli di Stato, da un taglio dei tassi di interesse sui depositi dello 0,2% a -0,6%.
La banca svizzera prevede che l’economia della zona euro crescerà soltanto dello 0,2% nel terzo trimestre, rispetto al trimestre precedente, in linea con il secondo.
Si apre intanto nel segno della continuità con le politiche di Mario Draghi il mandato di Christine Lagarde, direttrice uscente del Fondo Monetario Internazionale, in attesa della formalizzazione dell’incarico di numero uno della BCE, che arriverà ad ottobre. Intervenuta oggi per la prima volta nella sua nuova veste in audizione al Parlamento europeo, Lagarde ha detto:
“Sono d’accordo con il board della Bce: è giustificato proseguire una politica accomodante per lungo periodo per arrivare a un’inflazione sotto il 2% ma vicina al target”.