Economia

Bce: in tempi di crisi il deficit si può sforare

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BRUXELLES (WSI) – In tempi di crisi il tetto del deficit/Pil del 3% può essere sforato. Le regole in vigore consentono infatti una certa flessibilità.

Lo ha detto in un’intervista rilasciata al giornale Het Financieele Dagblad il membro del consiglio direttivo della Bce, Yves Mersch, originario del Lussemburgo.

La domanda che viene spontaneo porsi però è: la legge è uguale per tutti nell’Eurozona? Francia e Olanda, per esempio, non rispettano i parametri (Amsterdam sfonderà il tetto ancora una volta nel 2015), mentre l’Italia fa una fatica bestiale a trovare risorse per la legge di stabilità triennale, dal momento che deve rispettare questo e i prossimi anni la soglia fissata da Bruxelles.

Quanto alla fragilità del settore bancario, Mersch vede una diminuzione della frammentazione nell’area della moneta unica. “C’è meno divergenza. Il numero di banche che accede ai mercati sta crescendo. Ma c’è ancora tanta strada da fare. Avere un’unione bancaria completa aiuterà”.

Sui cuscinetti di soldi pubblici che gli stati dovrebbero mettere da parte da accontonare in caso di bisogno di ricapitalizzazione delle banche nazionali Mersch ha spiegato che si attingerà ai capitali dei contribuenti solo dopo aver fatto pagare azionisti e creditori dell’istituto. “Non bisogna aspettare che gli strumenti di salvataggio siano pronti nel 2018”, ha detto.

In un’intervista separata, Jörg Asmussen ha parlato con il Sole 24 ore del problema delle banche e delle riforme di cui ha bisogno l’Italia, dove ha vissuto 20 anni fa, quando dalla Germania ha deciso di fare un Master MBA nel nostro paese.

Nonostante i piani di credito vantaggioso offerti dalla Bce (LTRO, di cui se ne prevede un terzo), le banche non riescono a prestare denaro alle aziende e alle famiglie.

“Le attività di prestito all’economia reale torneranno ai livelli desiderati se prima riusciamo ad avere banche con bilanci puliti. Se le banche sono piene di prestiti non redditizi o hanno carenze di capitale, non presteranno. Questo elemento dell’unione bancaria è la chiave” per far ripartire le attività creditizie alle imprese.

La ripresa, nel frattempo, è “molto, molto graduale, fragile, diseguale e con rischi al ribasso”.

Nell’area euro nel suo complesso il rapporto tra deficit e Pil è sceso al 3,7% l’anno scorso, ma i debiti pubblici della regione hanno continuato a crescere, come mostrano gli ultimi dati Eurostat.

Oltre all’Italia, che ora ha un tasso del 3,1% e punta a scendere sotto il 3% entro fine anno, a sforare il tetto nel 2012 sono state Olanda (4,1%), Portogallo, Spagna, Grecia, Francia, Belgio, Slovacchia, Malta, Cipro, Irlanda e Slovenia. I Paesi virtuosi sono solo 5, Lussemburgo, Germania, Estonia Finlandia e Austria.