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Bce: Eurozona, rischi ripresa, potrebbe slittare

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MILANO (WSI) – E’ dall’inizio dell’anno che Mario Draghi e i leader europei raccontano quella che ai cittadini, vessati dalle tasse e dalle misure di austerity, e ora anche dal timore di un prelievo forzoso, sembra una favola. Ovvero, che la ripresa dell’economia avverrà nella seconda metà del 2013. A dispetto della carrellata di dati economici che portano la firma della recessione.

Ora la Bce ammette: esistono rischi al ribasso sulla ripresa. “La debolezza dell’attività si è protratta fino alla parte iniziale del 2013 e per la seconda metà dell’anno si prevede una graduale ripresa, che è soggetta a rischi al ribasso”, si legge nel bollettino dell’istituto.

“Tali prospettive restano soggette a rischi al ribasso, che includono la possibilità di una domanda interna ancor più debole delle attese, nonché una lenta o insufficiente attuazione delle riforme strutturali nell`area. Questi fattori potrebbero ripercuotersi sul miglioramento del clima di fiducia e quindi ritardare la ripresa economica”.

Non solo non ci sarà inoltre un miglioramento nel mercato del lavoro. Tutt’altro, all’orizzonte esiste il rischio di un peggioramento.

“Si prevede che il tasso di disoccupazione strutturale rimanga a livelli elevati o addirittura aumenti ulteriormente nel breve termine”. I dati, infatti, “segnalano un ulteriore calo dei posti di lavoro nel primo trimestre”, in un momento in cui la disoccupazione viaggia già a valori record.

“Nel quarto trimestre del 2012 l`occupazione è diminuita ancora, mentre il tasso di disoccupazione ha continuato a crescere, raggiungendo livelli senza precedenti. Secondo varie stime, sia il tasso di disoccupazione strutturale sia l`unemployment gap sono aumentati sensibilmente negli ultimi anni”.

Continuando, “nel complesso, i paesi dell’area dell’euro hanno registrato un rilevante incremento dei tassi di disoccupazione. La percezione diffusa è che tale aumento non sia soltanto ciclico, ma anche in parte strutturale”.

D’altronde, per l’anno prossimo, l’outlook del Fondo Monetario Internazionale, della Commissione Ue, e dell’Ocse, relativi alla disoccupazione strutturale “oscillano tra il 9 e l`11″, con livelli particolarmente elevati per paesi come Spagna, Grecia, Portogallo e Irlanda”.

L’Eutower richiama i paesi dell’Eurozona, per l’ennesima volta, sui conti pubblici: “E’ fondamentale che i governi intensifichino l’attuazione a livello nazionale (delle riforme in tal senso) e rafforzino la governance dell`area dell`euro, ivi compresa la realizzazione dell`Unione bancaria. Inoltre, dovrebbero consolidare i progressi conseguiti nel risanamento dei conti pubblici e proseguire la ristrutturazione del settore finanziario”.