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Bce: cosa aspettarsi dalla riunione di oggi

Gli analisti sono tutti d’accordo: nella riunione in calendario oggi, 11 aprile, la Banca centrale europea (BCE) resterà alla finestra. Nessun taglio del costo del denaro, dunque. L’istituto di Francoforte manterrà ancora una volta i tassi di interesse di riferimento al 4,50%.

D’altronde – fa notare Peter Goves, Head of Developed Market Debt Sovereign Research di MFS IM, il presidente della Bce, Christine Lagarde “non avrebbe potuto essere più chiara sul fatto che il Consiglio Generale stia aspettando ulteriori dati (in particolare su salari, profitti e mercato del lavoro) prima di impegnarsi in un cambiamento di politica monetaria. A nostro avviso, quindi, si tratterà di una riunione “segnaposto”. In occasione della Watchers Conference, la Lagarde ha precisato che la BCE disporrà di ulteriori dati entro giugno e che, se lo scenario di riferimento dovesse confermarsi (come in linea di massima sta accadendo), il Consiglio Generale potrebbe iniziare rapidamente a ridimensionare alcune delle misure di politica monetaria”.

Primo taglio a giugno?

Ma se quella di oggi sarà una riunione interlocutoria, gli analisti sembrano convergere verso un primo taglio nel mese di giugno con una sforbiciata attesa di 25 punti base.

“Tale convinzione si basa sulle deboli prospettive di crescita (con una crescita inferiore al potenziale per molti trimestri a venire), sul calo dell’inflazione, su una trasmissione che sta avendo i suoi effetti sull’economia e su una comunicazione chiara da parte della BCE. In un contesto di condizioni finanziarie rigide e di un mercato del lavoro in via di raffreddamento, un aumento inatteso dei tassi reali di interesse aumenta il rischio di un eccessivo irrigidimento” ha spiegato ancora Goves.

Sulla stessa linea anche François Rimeu, Senior Strategist, La Française AM secondo cui

“il Consiglio direttivo (CG) dovrebbe lasciare invariati i tassi d’interesse nella riunione di domani, ma Lagarde probabilmente preannuncerà un abbassamento dei tassi d’interesse a giugno, pur procedendo con cautela all’allentamento, soprattutto in considerazione delle migliori prospettive macroeconomiche. Di conseguenza, questa riunione dovrebbe avere un impatto limitato sui mercati finanziari, ma probabilmente spingerà i tassi d’interesse europei e l’euro al ribasso, tenuto conto che il primo taglio arriverà dopo una serie di aumenti dei tassi d’interesse senza precedenti, per un totale di 450 punti base”.

Taglio tassi, BCE agirà prima della FED

Nel frattempo, la possibilità di una divergenza tra la Bce e la Fed è diventata l’ipotesi di base del mercato. La conferma arriva anche da Gilles Moëc, AXA Group Chief Economist and Head of AXA IM Research, secondo il quale la Bce non aspetterà che l’inflazione converga completamente verso il 2% e che procederà con un primo taglio dei tassi a giugno, anche se la Fed decidesse invece di aspettare ancora.

“Anche se manteniamo giugno come baseline per il primo taglio della Fed, è innegabile che il flusso di dati sia meno chiaramente a sostegno di un’inversione della politica monetarianegli Stati Uniti rispetto all’Eurozona.  Il fatto che la Bce tagli prima della Fed rientra assolutamente nel nostro “range di plausibilità”. Notiamo che il tasso di cambio dell’euro si è lievemente ammorbidito nonostante l’inversione delle aspettative del mercato sui differenziali dei tassi di policy (all’inizio di febbraio il consenso era ancora per un maggior numero di rialzi da parte della Fed rispetto alla Bce). Ciò dovrebbe incoraggiare la Bce a prendere le decisioni giuste per l’area euro, indipendentemente da ciò che farà la Fed”.

Tutto questo sta influenzando le scelte dei grandi investitori, che stanno vendendo titoli del Tesoro statunitensi e acquistando titoli di Stato europei, scommettendo che un’inflazione più bassa in Europa consentirà alla Bce di iniziare a tagliare i tassi di interesse prima della Federal Reserve. A dirlo è il Financial Times, secondo cui, nelle ultime settimane i gestori finanziari di Pimco, JPMorgan Asset Management e T Rowe Price hanno tutti aumentato la loro esposizione al debito pubblico europeo.

Ciò ha contribuito a spingere lo spread tra i costi di finanziamento tedeschi e statunitensi a 10 anni di riferimento a 2 punti percentuali, vicino al livello più alto da novembre.

“Il percorso per i tagli dei tassi in Europa è più chiaro che negli Stati Uniti”, ha affermato Bob Michele, chief investment officer e responsabile globale del reddito fisso presso JPMorgan Asset Management. “E’ difficile trovare una ragione economica che spinga la Fed a tagliare i tassi”. Il manager ha aggiunto che attualmente l’asset management “ha una detenzione più ampia del solito di titoli di stato europei e si sta muovendo nella direzione di acquisirne di piu’.

Tassi BCE: quanti tagli nel 2024

Se appare ampiamente condivisa l’ipotesi di un primo taglio della BCE a giugno, quello dovrebbe essere solo il primo passo per ulteriori ridimensionamenti.

Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia, ricorda a questo proposito che:

“I mercati scontano il taglio della BCE a giugno con probabilità ben superiori al 95%. Una riduzione del costo del denaro nella riunione di domani sarebbe una mossa molto sorprendente che porterebbe a un forte calo delle quotazioni dell’euro rispetto alle altre divise internazionali. L’interesse maggiore per la comunità finanziaria sarà quello di valutare le dichiarazioni di Christine Lagarde per capire quale sarà il sentiero in politica monetaria che l’istituto di Francoforte vorrà percorrere nella seconda parte dell’anno. Al momento i mercati scontato un totale di 90/100 basis points di tagli (ovvero un tasso sui depositi al 3% a fine anno). Le nostre aspettative sono meno dovish rispetto al mercato. Ci aspettiamo, oltre al taglio di giugno, che consideriamo quasi certo, altri due tagli da effettuare nelle prossime quattro riunioni (luglio, settembre, ottobre e dicembre), portando così il tasso sui depositi a fine anno al 3,25%”.

Secondo Konstantin Veit, Portfolio Manager di PIMCO,

“una volta che la BCE inizierà a tagliare i tassi, prevediamo che procederà con cautela per convenzionali step da 25 punti base. Durante il ciclo di tagli, con probabilità le decisioni resteranno dipendenti dai dati e meeting per meeting, ed è improbabile che Francoforte si impegni in anticipo su un particolare percorso dei tassi. Attualmente il mercato prevede circa 85 punti base di tagli dei tassi per quest’anno. A nostro avviso, ciò sembra ragionevole e non si discosta molto dalla nostra previsione di base di tre tagli per quest’anno”.