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Basilea 3: la BRI, Spectre delle banche centrali e commerciali, comunica

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NEW YORK (WSI) – Il Gruppo dei Banchieri centrali e dei capi della sorveglianza ha raggiunto oggi a Basilea un accordo sui criteri per gli indicatori sull’indebitamento e sulla liquidità delle banche ”che rappresentano una serie di importanti passi avanti nella realizzazione del programma di riforme post crisi”. Lo si legge in un comunicato.

(Per capire qualcosa della Spectre che guida la cupola dell’Economia globale, leggi “I padroni del mondo”.)

Il gruppo governatori ha accettato la proposta del comitato di Basilea per una definizione unica del rapporto indebitamento delle banche con l’obiettivo di superare le differenze nazionali. Si tratta di un tema centrale delle norme di Basilea3 e che rinforza i requisiti di capitale. I governatori hanno anche accettato i cambiamenti in tema di ratio sulla raccolta stabile per promuovere un approccio prudente. Inoltre i governatori hanno chiesto al comitato di lavorare su altre aree come la liquidità. In principio le banche dovrebbero far fronte a shock da sole e le banche centrali rimanere garante di ultima istanza. In alcuni Paesi potranno esserci eccezioni nell’ ambito di stretti paletti con interventi di liquidità nel caso in cui gli istituti vadano sotto stress.

Le novità decise oggi a Basilea dal Gruppo dei Governatori delle Banche Centrali sui criteri di indebitamento delle banche sono ”un passo importante verso Basilea III” e rende gli istituti ”più resistenti che in passato agli shock finanziari”. Così il presidente della Bce Mario Draghi che guida il gruppo dei governatori.

E’ l’autodifesa la prima linea di intervento contro gli shock di liquidità da parte delle banche e le banche centrali rimangono solo prestatori di ultima istanza. Ma quest’ultime possono intervenire con liquidita’ in caso di momenti di stress. E’ questa la filosofia dell’intesa raggiunta oggi a Basilea dal Gruppo dei Governatori.

”La finalizzazione delle misure sull’ indebitamento delle banche – ha detto Draghi – e’ un significativo passo avanti per la piena implementazione di Basilea3. Il leverage ratio (cioe’ il criterio per l’indebitamento) e’ un importante strumento di garanzia e anche le norme sulla liquidità sono importanti per un regime patrimoniale basato sul rischio. Forniscono insieme un quadro regolatorio che dovrebbe assicurare banche più resilienti a shock finanziari rispetto a quanto era nel passato”.

[ARTICLEIMAGE] Oltre a Draghi ha commentato anche il presidente del Comitato di Basilea e governatore della banca svedese, Stefan Ingves: ”sono stati fatti buoni progressi per concludere l’ ambizioso programma di riforme – ha detto – e per garantire la sua attuazione piena e coerente. C’è ancora da fare, ma il Comitato è sulla buona strada per completare presto le riforme connesse con la crisi e, così facendo, per istituire un sistema bancario più forte e più resistente”. (ANSA)

Testo integrale del comunicato diffuso dalla BRI, Banca dei Regolamenti Internazionali:

Riunitosi oggi a Basilea, il Gruppo dei Governatori e dei Capi della vigilanza (GHOS), organo direttivo del Comitato di Basilea, ha accolto con favore vari importanti passi verso il completamento del programma di riforme post-crisi.

Il GHOS ha approvato le proposte del Comitato di Basilea in merito a una definizione comune dell’indice di leva finanziaria (leverage ratio), formulata per superare le differenze contabili che hanno finora ostacolato il confronto fra gli indici delle banche di paesi diversi. Lo standard completo e dettagliato sarà pubblicato dal Comitato questa sera. Una misura internazionalmente uniforme della leva finanziaria delle banche e requisiti standardizzati di informativa in materia sono elementi centrali dello schema di regolamentazione di Basilea 3 per le banche con operatività internazionale. L’indice di leva finanziaria vuole essere una misura semplice, non basata sul rischio, volta a integrare e rafforzare i coefficienti patrimoniali ponderati per il rischio.

Il Comitato continuerà a monitorare l’attuazione dell’indice di leva finanziaria. La calibrazione definitiva, ed eventuali ulteriori adeguamenti alla definizione dell’indice, saranno effettuati entro il 2017, con l’obiettivo di trasformare l’indice in requisito minimo nell’ambito del primo pilastro (requisiti patrimoniali minimi) il 1° gennaio 2018.

Il GHOS ha altresì approvato la proposta di modifica dell’indicatore strutturale (Net Stable Funding Ratio, NSFR), sulla quale il Comitato di Basilea avvierà a breve una consultazione. L’NSFR costituisce un altro importante elemento di Basilea 3: esso complementa l’indicatore di breve termine (Liquidity Coverage Ratio) e promuove l’adozione di strutture di finanziamento prudenti da parte delle banche, evitando in particolare che ricorrano eccessivamente alla provvista all’ingrosso a breve termine. Nella riunione del gennaio 2013 il GHOS rilevava che l’ultimazione dell’NSFR sarebbe stata una delle priorità del Comitato di Basilea per il 2013 e il 2014. L’avvio della consultazione sulle modifiche proposte costituisce un passo importante in vista del completamento di questi lavori nell’anno appena iniziato. Il Comitato intende pubblicare il documento consultivo a breve.

Sempre nella riunione del gennaio 2013 il GHOS aveva chiesto al Comitato di approfondire l’analisi in tre ambiti collegati all’LCR: a) requisiti di informativa, b) uso di indicatori della liquidità basati sul mercato per integrare le misure esistenti e c) interazione fra l’LCR e le operazioni con banche centrali.

Per quanto riguarda il primo ambito, il GHOS ha avallato i requisiti minimi di informativa in materia di liquidità proposti dal Comitato di Basilea. Si è inoltre dichiarato favorevole all’intenzione del Comitato di pubblicare ulteriori linee guida per assistere le autorità nazionali nell’impiego degli indicatori della liquidità basati sul mercato all’interno dei sistemi utilizzati per verificare l’idoneità delle attività a rientrare fra le attività liquide di elevata qualità (HQLA) ai fini dell’LCR.

L’LCR si basa sul principio che la prima linea di difesa delle banche contro gli shock di liquidità dovrebbe essere l’autoassicurazione, e che le banche centrali dovrebbero rimanere prestatori di ultima istanza. Ciò nonostante, va riconosciuto che le banche centrali potrebbero rappresentare la fonte più affidabile di liquidità a disposizione delle banche in situazioni di tensione. Di conseguenza il Comitato è giunto alla conclusione, condivisa oggi dal GHOS, che le linee di liquidità irrevocabili già ammesse per le giurisdizioni con HQLA insufficienti potrebbero rientrare nell’LCR. Il riconoscimento di tali linee, che possono essere accordate a discrezione delle autorità monetarie, sarebbe tuttavia soggetto a vari vincoli volti a evitare di pregiudicare il principio sopraenunciato. Il Comitato pubblicherà a breve alcuni emendamenti all’LCR al fine di dare attuazione a tale modifica.

Infine, il GHOS ha altresì riveduto e approvato le priorità strategiche del Comitato per i prossimi due anni. Oltre a completare in via prioritaria l’agenda di riforme collegate alla crisi, il Comitato si occuperà di altri tre aspetti generali: approfondire ulteriormente il programma di monitoraggio e valutazione dell’attuazione delle riforme concordate; proseguire la ricerca del giusto equilibrio fra semplicità, comparabilità e sensibilità al rischio all’interno dello schema di regolamentazione; e infine migliorare l’efficacia della vigilanza. Tutti questi aspetti comporteranno un considerevole volume di lavoro nel 2014 e 2015.

Mario Draghi, Presidente del GHOS e Presidente della Banca centrale europea, ha dichiarato: “La messa a punto di una misura uniforme a livello internazionale della leva finanziaria delle banche rappresenta un passo significativo verso la piena attuazione di Basilea 3. L’indice di leva finanziaria costituisce un importante elemento a integrazione dei requisiti patrimoniali basati sul rischio e, insieme all’LCR e all’NSFR, dà forma a uno schema di regolamentazione che dovrebbe contribuire a far sì che le banche siano molto più resistenti agli shock finanziari rispetto al passato.”

Stefan Ingves, Presidente del Comitato di Basilea e Governatore della Sveriges Riksbank, ha rilevato che “si stanno compiendo notevoli progressi per ultimare l’ambizioso programma di riforme e assicurarne un’attuazione integrale e coerente. C’è ancora lavoro da fare, ma il Comitato è a buon punto nel completamento delle riforme collegate alla crisi e, quindi, nella costruzione di un sistema bancario più forte e resistente.”

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The Basel Committee has issued the full text of Basel III’s leverage ratio framework and disclosure requirements following endorsement on 12 January 2014 by its governing body, the Group of Central Bank Governors and Heads of Supervision (GHOS). A simple leverage ratio framework is critical and complementary to the risk-based capital framework that will help ensure broad and adequate capture of both the on- and off-balance sheet sources of banks’ leverage. This simple, non-risk based “backstop” measure will restrict the build-up of excessive leverage in the banking sector to avoid destabilising deleveraging processes that can damage the broader financial system and the economy.

Basel III’s leverage ratio is defined as the “capital measure” (the numerator) divided by the “exposure measure” (the denominator) and is expressed as a percentage. The capital measure is currently defined as Tier 1 capital and the minimum leverage ratio is 3%. The Committee will continue to monitor banks’ leverage ratio data on a semiannual basis in order to assess whether the design and calibration of a minimum Tier 1 leverage ratio of 3% is appropriate over a full credit cycle and for different types of business models. It will also continue to collect data to track the impact of using either Common Equity Tier 1 (CET1) or total regulatory capital as the capital measure.

A consultative version of the leverage ratio framework and disclosure requirements was published in June 2013. After carefully considering comments received and thoroughly analysing bank data to assess potential impact, the Committee adopted a package of amendments, which pertains to the leverage ratio’s exposure measure. The Committee thanks those who provided feedback and comments as these were instrumental in revising and finalising the leverage ratio standard. The technical modifications to the June 2013 proposals relate to:

– Securities financing transactions (SFTs). SFTs include transactions such as repos and reverse repos. The final standard now allows limited netting with the same counterparty to reduce the leverage ratio’s exposure measure, where specific conditions are met.

– Off-balance sheet items. Instead of using a uniform 100% credit conversion factor (CCF), which converts an off-balance sheet exposure to an on-balance sheet equivalent, the leverage ratio will use the same CCFs that are used in the Basel framework’s Standardised Approach for credit risk under the risk-based requirements, subject to a floor of 10%.

– Cash variation margin. Cash variation margin associated with derivative exposures may be used to reduce the leverage ratio’s exposure measure, provided specific conditions are met.

– Central clearing. To avoid double-counting of exposures, a clearing member’s trade exposures to qualifying central counterparties (QCCPs) associated with client-cleared derivatives transactions may be excluded when the clearing member does not guarantee the performance of a QCCP to its clients.

– Written credit derivatives. The effective notional amounts included in the exposure measure may be capped at the level of the maximum potential loss, and there will be some broadening of eligible offsetting hedges.

Implementation of the leverage ratio requirements has begun with bank-level reporting to national supervisors of the leverage ratio and its components, and will proceed with public disclosure starting 1 January 2015. The Committee will carefully monitor the impact of these disclosure requirements. Any final adjustments to the definition and calibration of the leverage ratio will be made by 2017, with a view to migrating to a Pillar 1 (minimum capital requirements) treatment on 1 January 2018 based on appropriate review and calibration. The Committee will also closely monitor accounting standards and practices to address any differences in national accounting frameworks that are material to the definition and calculation of the leverage ratio.