Economia

Barnier: “Negoziato Brexit a rischio fallimento”

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BRUXELLES (WSI) – Non è così lontano il rischio di un fallimento delle trattative della Brexit. A dirlo  il responsabile delle trattative per l’Ue Michel Barnier, al giornale tedesco Der Spiegel.

Barnier si è mostrato particolarmente preoccupato del negoziato relativo al futuro confine fra Irlanda del nord e l’Irlanda, preoccupazioni tali che potrebbe mettere in forse i negoziati per l’uscita del Regno Unito dal mercato unico.

“Il quadro dell’accordo deve contenere una soluzione chiara e operativa per l’Irlanda e fino a quando non raggiungeremo questo accordo, c’è il rischio che questi negoziati non vadano a buon fine”.

Barnier vuole un accordo prima di giugno e per il funzionario europeo funzionerà solo se ci sarà una soluzione specifica per l’Irlanda del Nord.

“Dobbiamo raggiungere rapidamente, entro giugno, un accordo su diversi punti, sul quadro per l’allineamento, le dogane e la regolamentazione”.

Sia il Regno Unito che l’UE dichiarano di voler evitare il ripristino di una frontiera “dura” tra la provincia britannica dell’Irlanda del Nord e la vicina Repubblica d’Irlanda, uno Stato membro dell’UE, dopo che il Regno Unito ha lasciato l’UE alla fine di marzo 2019. L’obiettivo è preservare l’accordo di pace del 1998, che ha posto fine a trent’anni di sanguinosi scontri tra nazionalisti e unionisti dell’Irlanda del Nord, rafforzando i legami tra i due territori.

Il governo inglese è in bilico e le trattative sulla Brexit sono in una fase di stallo per colpa della questione dei futuri rapporti doganali tra Londra e Bruxelles. Esclusa l’ipotesi di restare nell‘unione doganale, la premier May mantiene sul tavolo due alternative: una nuova partnership doganale con l’Ue e dall’altra l’introduzione di tecnologie avanzate che alleggerirebbero controlli e tempi di attesa al confine fra Irlanda e Irlanda del Nord. Per approfondire queste questioni la May ha scelto due gruppi di lavoro incrociati: un trio a maggioranza di colombe e uno di falchi. Una scelta che, dicono media e analisti, certifica la spaccatura interna della compagnie politica inglese.