Economia

Bankitalia: finisce era tassi bassi sui mutui

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Brutte notizie da Bankitalia per chi vuole accendere un mutuo. Dopo l’era dei tassi bassi, la svolta.  A febbraio i tassi di interesse sui prestiti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni comprensivi delle spese accessorie (Tasso Annuale Effettivo Globale, Taeg) si sono collocati all’1,85 per cento (1,78 in gennaio), mentre quelli sulle nuove erogazioni di credito al consumo all’8,06 per cento (8,08 nel mese precedente).

Così riporta la Banca d’Italia nella pubblicazione “Banche e moneta: serie nazionali” secondo cui i tassi di interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie sono stati pari all’1,09 per cento (1,12 in gennaio), quelli per importi fino a 1 milione di euro sono stati pari all’1,77 per cento, si legge, mentre i tassi sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia si sono collocati allo 0,75 per cento. I tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono stati pari allo 0,31 per cento (come nel mese precedente).

Richieste di mutui in calo del 25,8%

Tassi più alti e anche costante ridimensionamento delle surroghe frenano gli italiani a chiedere un mutuo. Secondo gli ultimi dati CRIF difatti l’andamento delle richieste di credito da parte delle famiglie nel mese di marzo vede un nuovo tonfo dei mutui, che fanno segnare un -25,8%.

Nel dettaglio le richieste di mutui immobiliari segnano un -25,5% mentre i prestiti, nel complesso di personali più finalizzati, crescono del +24,3% rispetto al corrispondente periodo del 2021. In questa fase di incertezza, continua CRIF, gli italiani continuano a privilegiare piani di rimborso più lunghi, con oltre l’80% delle richieste che prevede una durata superiore ai 15 anni. L’importo medio richiesto, invece, nel mese di marzo si è attestato a 143.423 euro, in crescita del +4,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

“Anche in questi primi mesi dell’anno il comparto dei mutui risulta frenato dalla debolezza delle surroghe, che vedono la costante riduzione della platea di contratti per i quali risulta ancora conveniente la rinegoziazione” afferma Simone Capecchi, Executive Director di CRIF secondo cui però se guardiamo i nuovi mutui, i volumi di richiesta mostrano una sostanziale tenuta grazie in particolare alla vivacità degli under 35, che mostrano un’incidenza stabilmente superiore al 30% del totale ed esercitano un ruolo di traino sull’intero comparto.

Al contempo, la situazione congiunturale particolarmente instabile a causa del pericolo inflazione e del conflitto in Ucraina ancora non si riflette in modo evidente sulla domanda di prestiti, che complessivamente resta superiore non solo al 2021 ma anche al corrispondente trimestre 2019, prima dello scoppio della pandemia. In questo contesto da segnalare un altro fenomeno positivo, accelerato dalla diffusione della pandemia negli ultimi due anni, rappresentato dal flusso di richieste indirizzato verso le piattaforme di operatori digitali, che nel I trimestre del 2022 è cresciuto del +178% rispetto allo stesso periodo del 2021, con una accentuazione marcata tra i consumatori della Generazione Z, che fanno segnare una crescita addirittura del +350% A seguire i Baby Boomers, con un +183%, e i Millennials, con un +165%, a riprova del fatto che la domanda digitale è ormai un fenomeno transgenerazionale”.