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Bankitalia e gli stipendi mostruosi che non si conoscevano. Difesi e protetti da Draghi

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ROMA (WSI) – Se i governi vogliono davvero difendere la volontà popolare, devono rivedere i trattati europei che assegnano impropriamente a mostri giuridici come Bce e Mes, poteri che nelle democrazie appartengono a Stati e Governi sovrani eletti democraticamente, non certo a tecnocrati ed oligarchi, nominati per grazia ricevuta ad organismi autoreferenziali, come la Banca Centrale Europea.

Mentre i giovani disoccupati al 46% (61% al Sud) fanno la fame, senza speranza per il futuro costretti a vite precarie trimestrali a 600 euro al mese, il presidente della Bce Mario Draghi ha posto il veto sul decreto del Governo che tentava di abbassare i mega-stipendi dei mandarini di Palazzo Koch, con un “no” netto, al tentativo di ridurre i costosi oneri di funzionamento della Banca d’Italia, pachiderma inefficiente e costoso, che non suscita scandali e polemiche sulla stampa allineata.

Il Governatore di Bankitalia Ignazio Visco, che predica l’austerità e tagli a stipendi e pensioni miserabili, guadagna 41.333 euro al mese, 496.000 euro l’anno: ben 121.000 euro in più del presidente Bce Mario Draghi, che ne riceve 375.000 euro, 346.000 euro in più di Janet Yellen, la nuova presidente della Federal Reserve USA, che si ferma a 150 mila euro.

Il direttore generale Salvatore Rossi, guadagna 37.500 euro al mese, 450.000 euro l’anno, i tre vicedirettori generali Fabio Panetta, Luigi Federico Signorini e Valeria Sannucci 26.250 euro/mese, 315.000 euro l’anno, mentre un funzionario generale si porta a casa 130.000 euro l’anno, 10.833 euro al mese, che equivale allo stipendio annuo di milioni di giovani precari, costretti a sputare sangue per vedersi rinnovare i contratti trimestrali.

I dirigenti di Bankitalia, passata dalla funzione monetaria alla funzione bibliotecaria per propagandare (come si legge sul sito ufficiale) collezioni d’arte, mostre e claque organizzata per gli alti papaveri che vanno in visita per le 58 Filiali, sono 606, i funzionari 1.449, i coadiutori 1.317, gli altri dipendenti 3.697. Il monte stipendi, più oneri vari, per il personale in servizio è ammontato nel 2012 a 747 milioni di euro, mentre pensioni ed indennità di fine rapporto, nel 2012 sono costati 323 milioni di euro. In media ognuno dei 7.069 dipendenti di Palazzo Koch sito in Roma a via Nazionale 91 e delle 58 filiali sparse per l’Italia, è costato alla collettività 105.672 euro l’anno.

Adusbef auspica che il presidente del Consiglio Renzi, possa portare in occasione del semestre di presidenza italiano in Europa, un ordine del giorno per rivedere Trattati intollerabili per governi e popoli sovrani impoveriti dalla crisi sistemica per diretta responsabilità di banche e banchieri centrali che hanno intossicato di derivati le economie sane, estendendo le forbici della spending review anche ai ‘mandarini di Palazzo Koch’ e di una Banca d’Italia, che oltre ad aver perso la funzione monetaria in cambio della funzione bibliotecaria con stipendi 10 volte maggiori dei lavoratori delle biblioteche, funge da zerbino agli interessi delle banche e dei banchieri, senza mai prevenire i crack bancari, affrontando con urgenza sperperi e sprechi scandalosi ed intollerabili.