Società

Banche: i trilioni di prestiti di cui tutti si dimenticano

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New York – Con l’attenzione dei mercati che nell’ultimo anno si e’ concentrata esclusivamente sull’esposizione al debito sovrano dei Piigs (che peraltro da mesi e’ in calo) tutti o quasi si sono dimenticati di un’altro problema molto grave ma molto piu’ semplice all’apparenza, che ora rischia di far saltare l’area dell’euro: l’esposizione delle banche al debito commerciale e a quello delle piccole imprese appartenti alla parte marcia d’Europa, quella della periferia insolvente.

Sono stati proprio gli stress test (ancora una volta criticati in tutto il mondo, per la troppa ostentata morbidezza, indietro anni luce rispetto a quello che pensa e quota il mercato) a riportare alla luce il problema, “l’elefante nella stanza”, utilizzando una metafora molto usata in lingua inglese per descrivere un problema evidente, alla luce del sole, ma che nessuno nota o che fa finta di non vedere.

Per le banche italiane si parla di 1.272 miliardi di dollari. Niente pero’ in confronto all’esposizione con cui devono fare i conti gli istituti di Spagna. E i grandi gruppi finanziari di Francia e Germania sono anch’essi coinvolti in pieno (vedi grafico in allegato). E intanto, dato fresco di oggi, le sofferenze bancarie hanno raggiunto un nuovo record a Madrid. A maggio, secondo i dati diffusi dalla banca centrale iberica, i crediti in sofferenza sono saliti al nuovo massimo storico di 117,59 miliardi di euro, pari al 6,498% del totale degli asset, rispetto al 6,36% di aprile.

Le banche hanno un credito da migliaia di miliardi verso le attivita’ commerciali, le piccole aziende e i singoli individui. David Enrich, sul Wall Street Journal, ha cosi’ sintetizzato la gravita’ del pericolo che corre l’Europa: “Gli stress test di venerdi’ hanno fatto luce su un altro potenziale problema per le banche europee: enormi quantita’ di mutui residenziali, prestiti concessi a piccole aziende, credito societario in genere e prestiti nell’immobiliare commerciale, verso i paesi piu’ in difficolta’ dell’area euro”.

Con queste economie che fanno una fatica enorme, le probabilita’ di un default crescono a vista d’occhio con il passare del tempo. E’ inutile, e sopratutto dannoso, far finta di non vedere.