Economia

Banca centrale svizzera flop, super franco scatena perdite record

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ROMA (WSI) – Perdite record per la Banca centrale svizzera (Swiss National Bank), nel primo semestre del 2015. L’istituto ha reso noto che nei sei mesi terminat a giugno ha sofferto una perdita di 50,1 miliardi di franchi svizzeri, l’equivalente di oltre 47 miliardi di euro al cambio attuale e rispetto ai 16,1 miliardi di utile del corrispondente periodo dello scorso anno.

Intervistato da Bloomberg, il portavoce Walter Meier ha ammesso che si tratta di una perdita record. Sebbene l’SNB, guidata dal presidente Thomas Jordan, non sia obbligata a riportare utili per scopi di politica monetaria, comunque ha bisogno di entrate solide, o per lo meno adeguate, al fine di effettuare i suoi pagamenti annui sia al governo che ai cantoni.

Il passivo di bilancio potrebbe avere ripercussioni sulle elezioni previste per il prossimo 18 ottobre, dal momento che diversi comuni contavano sui trasferimenti della Banca centrale, in un anno di rallentamento della crescita economica.

Intervistato da Bloomberg Lukas Gehrig e Thomas Ruehl, economisti di Credit Suisse Group, prima dell’annuncio hanno ricordato che i “trasferimenti dell’SNB possono trasformare il budget in surplus o deficit in molti cantoni”. Detto questo, “viste le nostre stime su un calo del franco, su un rialzo dell’azionario, su in calo dei prezzi dei bond e sulla perdita di valore dell’oro nei prossimi mesi, riteniamo che la banca riporterà un profitto” nella seconda metà dell’anno.

Stando al comunicato, il super franco ha pesato sui risultati dell’istituto, che ha sofferto una perdita sulle proprie posizioni su valute straniere di 47,2 miliardi di franchi, nel primo semestre. Il valore delle sue partecipazioni in oro è calato inoltre di 3,2 miliardi di franchi, mentre guadagni di 530 milioni di franchi sono stati incassati dai tassi di interesse negativi che ha promosso al fine di ridurre l’appetito degli investitori per il franco.

Il franco viaggia al massimo in una settimana sull’euro a quota 1,05525. Contro il dollaro è scambiato a 94,78. Inutili le manovre straordinarie messe in atto dalla Banca centrale svizzera che, in vista del QE della Bce di Mario Draghi, si è mossa in anticipo a metà gennaio per frenare l’apprezzamento della valuta.

Dalla metà di gennaio, il franco è salito di circa +13% nei confronti dell’euro, e l’istituto prevede tra l’altro un tasso di inflazione in media di -1% nel 2015,al minimo in 60 anni. Totale flop della sua politica monetaria, visto che le sue mosse non hanno né deprezzato il franco né alimentato l’inflazione.

La banca centrale ha il mandato di garantire la stabilità dei prezzi nel medio termine, definita come il raggiungimento di tassi di inflazione positivi al di sotto del 2%.

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