Economia

Bain&Co: 2020 horribilis per il lusso, mai un anno così nero

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Un anno da dimenticare, il 2020, per il mercato del lusso, messo in ginocchio dalla pandemia.
Secondo le stime di Bain & Company, elaborate per Fondazione Altagamma, gli acquisti di beni personali di lusso, che nel 2019 avevano registrato un giro d’affari di circa 281 milioni di euro (in crescita del 7% o del 4% a cambi costanti rispetto al 2018), quest’anno registreranno, nella migliore delle ipotesi, una brusca frenata che potrebbe essere tra il 20 e il 25%.

Ma potrebbe andare peggio: nello scenario peggiore, quello più probabile secondo l’esperta del lusso di Bain, Claudia d’Arpizio, non è escluso un crollo tra il 30 e 35%. Insomma, ha sottolineato d’Arpizio,”il 2020 sarà l’anno peggiore di sempre”. Molto peggio anche del 2009. Nel secondo trimestre, è atteso un calo compreso tra il 50 e il 60%.

In un quadro che appare a tinte fosche, non mancano elementi di ottimismo. A partire dalle prospettive di lungo periodo, che rimangono improntate alla crescita, anche se con tutta probabilità bisognerà aspettare fino al 2022 o forse addirittura al 2023 per riconquistare i livelli di fatturato dell’anno scorso.

Fa ben sperare inoltre, la ripresa registrata nelle ultime settimane in Cina in cui sono stati registrati segnali incoraggianti di un ritorno alla normalità, con una ripresa dello shopping di lusso.

L’esperta ha però ricordato che in Cina il Covid-19 ha colpito prevalentemente la zona di Wuhan, mentre in Europa e Usa l’emergenza sanitaria è stata grave in tutte le principali città e maggiori aree geografiche. La ripresa, dunque, potrebbe profilarsi più difficile negli altri paesi rispetto alla Repubblica Popolare.

In ogni caso le prospettive di lungo periodo rimangono positive. In particolare, secondo Bain nel periodo 2020-2023 la crescita media annua si attesterà attorno al 10%, con giro d’affari che nel 2025 si spingerà a 275-285 miliardi di euro.