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Avversione al rischio: investitori a caccia di Bund e Treasuries, lo dicono i tassi

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SIENA (WSI) – Tassi & Congiuntura: in area Euro ieri si è registrato un forte calo dei tassi di mercato con il decennale tedesco che si è portato ad un nuovo minimo storico a 0,829%. Lo spread Italia-Germania è invece salito a 145 pb da 143 del giorno prima. A pesare sull’andamento dei mercati sono stati ancora i deludenti dati macro che hanno alimentato le attese di un peggioramento della crescita dell’area Euro e di conseguenza di nuove misure da parte della BCE.

Ieri è stato pubblicato l’indice Zew tedesco di ottobre risultato al di sotto delle attese. La componente prospettica (-3.6 da 6,9) ha registrato il decimo calo consecutivo ed il valore più basso da novembre 2012. Allo stesso tempo la Germania ha ridotto le stime di crescita per il 2014 all’1,2% dall’1,8% e per il 2015 all’1,3% da 2%.

I dati sull’inflazione di settembre hanno confermato il rallentamento in atto. Da evidenziare come continuano a scendere le aspettative di inflazione a 5 anni fra 5 anni, portatesi al minimo della serie (che parte dal 2004) sotto l’1,8% da 1,9%di inizio mese. Ricordiamo che il dato viene particolarmente guardato dalla BCE per valutare eventuali scelte di politica monetaria.

In Spagna il presidente catalano Mas ha annunciato che il referendum del 9 novembre non si può fare, ma sarà sostituito da una consultazione popolare senza valore legale in attesa di quella definitiva che si farà solo mediante elezioni. L’agenzia di rating Fitch ha messo in credit watch negativo il rating francese citando i rischi alla crescita ed ai piani di riduzione del deficit.

Sul fronte emissioni la Germania offrirà oggi fino 4 Mld€ del titolo a 2 anni. Dal lato geopolitico crescono le tensioni ad Hong Kong dopo che la polizia ha assalito i manifestanti. In Siria invece la coalizione guidata dagli Usa ha intensificato gli attacchi in questi ultimi due giorni contro lo Stato islamico che sta assediando il confine con la Turchia.

Negli Usa tassi in forte calo sulla scia del marcato ribasso delle aspettative di inflazione su scala globale, supportato dai recenti dati provenienti da più parti del mondo sulla dinamica dei prezzi oltre che dalla continuazione del forte calo del prezzo del petrolio.

Questa mattina ad esempio l’inflazione cinese di settembre si è posizionata all’1,6%, minimo da gennaio 2010. Le aspettative di inflazione Usa sul comparto decennale misurate tramite i relativi titoli indicizzati è arrivata in prossimità dell’1,90%, minimo da fine 2011, portando il tasso decennale nominale a sua volta al minimo da metà 2013. Questo andamento alimenta ancora di più la ricerca spasmodica di rendimento sebbene in forma selettiva.

Così ad esempio sul fronte corporate il calo dei tassi dei Treasury sta supportando il comparto investment grade mentre invece è ancora sotto pressione quello high yield.

Sul fronte azionario tale andamento si sta invece traducendo in un’ottima performance del comparto utility (ossia quello con elevato dividend yield) che al momento risulta essere il migliore all’interno dell’indice S&P500 (+14% vs circa il 2% dell’indice generale da inizio anno).

Oggi il focus è sui dati sulle vendite al dettaglio di settembre.

Valute: seduta di ieri che ha visto nuovamente un apprezzamento del dollaro Usa nei confronti di tutte le principali valute in un contesto piuttosto volatile. L’apprezzamento maggiore si è manifestato nei confronti di corona svedese e sterlina, con il cross vs quest’ultimo che ha toccato nuovi minimi da oltre 10 mesi sotto quota 1,60. Le valute sono state penalizzate dall’inflazione risultata più bassa delle attese in entrambi i paesi che aumentano la probabilità di un atteggiamento più accomodante da parte delle banche centrali.

L’euro/dollaro continua ad evidenziare un andamento piuttosto erratico, tornando ieri sotto area 1,27 dopo la lettura negativa dell’indice Zew. Al momento il cambio scambia poco sopra area 1,26 che rappresenta la principale fascia di supporto odierna. Lo yen ha guadagnato terreno sia vs euro sia vs dollaro, con il cross che ha chiuso la seduta sotto quota 107.

Sul fronte emergente, la seduta di ieri ha visto un lieve deprezzamento di tutte le principali valute con una marcata penalizzazione del rublo. La valuta russa si è così spinta su nuovi minimi storici sia vs euro sia vs dollaro, complice anche il forte calo delle quotazioni petrolifere.

Commodity: ieri l’indice generale è tornato ad oscillare sul minimo da quattro anni (-2,6%) penalizzato esclusivamente dal crollo del comparto energia (-4%) che sta estendendo le perdite anche questa mattina. Il Brent è infatti scivolato in area 83$/oncia per la prima volta dopo quattro anni ed il greggio WTI è sceso in area 80$ sui minimi da oltre due anni.

Ieri l’IEA ha dichiarato di attendersi un aumento della domanda al ritmo più basso dal 2009 rivedendo al ribasso le stime precedenti. Sul tema shale oil, l’Istituto ha previsto un aumento della produzione nella maggior parte degli impianti Usa nel mese di novembre nonostante il calo del prezzo del greggio.

Sulle quotazioni petrolifere continuano inoltre a pesare i timori di un rallentamento economico su scala globale. Positivi tutti gli altri settori. Il migliore è stato quello agricolo (+1,6%) grazie agli acquisti su mais, soia e caffè che stanno beneficando delle pessime condizioni meteo attese negli Usa e della siccità in Brasile. I metalli preziosi hanno guadagnato lo 0,4% anche se questa mattina hanno già annullato il rialzo di ieri. Bene anche gli industriali (+0,8%) con il rame salito al massimo da tre settimane.

Azionario: in Europa ieri le borse hanno chiuso leggermente sopra la parità recuperando nella seconda parte di seduta le perdite iniziali. Nel corso della mattina si era assistito ad un marcato peggioramento dopo la pubblicazione dei deludenti dati sulla produzione industriale europea e sull’indice Zew tedesco.

Nel pomeriggio c’è stato un recupero in linea con il rimbalzo di Wall Street. Tra i listini principali il rialzo migliore è stato quello della borsa inglese (0,4%), seguita da quella francese (0,2%). L’indice europeo Stoxx 600 ha chiuso invariato per la seconda volta consecutiva con andamenti divergenti a livello settoriale. Il settore migliore è stato l’auto (2%) aiutato dal forte rialzo di Daimler (3,7%) e Valeo (3,1%). Buoni rialzi anche per costruzioni (1,4%), tecnologici (1,3%) e minerari (1,3%). Il settore peggiore della giornata è stato ancora una volta quello energetico (-1,3%) penalizzato dal forte calo del prezzo del petrolio. In Italia il FTSEMIB (0,1%) ha chiuso poco sopra la parità al termine di una giornata volatile dove sono stati toccati i minimi del 2014.

Debole il settore del lusso penalizzato dal protrarsi della discesa di Luxottica (-2,9%) in seguito alle recenti vicende legate al management. Andamento misto per le banche italiane dove si mette in evidenza San Paolo (1,4%). Tra i tecnologici rimbalzo per Stm (2,6%), positiva anche Telecom (3,5%). Seduta in lieve rialzo per Fca (0,8%), mentre sale fortemente CNH Industrial (5,3%). Nel settore energetico in calo Eni (-0,7%) anche se ad un ritmo inferiore rispetto alla media europea del settore. In controtendenza Saipem (0,6%). Questa mattina i listini europei stanno oscillando intorno alla parità. Negli Usa i listini chiudono in prossimità della parità rimangiandosi nella seconda parte di sessione i rialzi accumulati in apertura.

L’indice S&P500 (0,2%) è salito leggermente, mentre un rimbalzo maggiore è stato messo a segno dalle società a piccola capitalizzazione (Russell 2000 +1,2%). A livello macrosettoriale si è assistito ad un andamento contrastato tra i principali 10 macrosettori con il settore energetico (-1,2%) che continua ad essere sotto pressione a causa del ribasso del petrolio. Tra i settori positivi in rialzo gli industriali (1,3%), in particolar modo le compagnie aeree (5,2%) particolarmente penalizzate nella seduta precedente. A mercati chiusi in rialzo Intel dopo i dati societari sulla parte alta delle aspettative. In ridimensionamento la volatilità con l’indice VIX che comunque resta su livelli elevati (poco sotto al 23%).

Sul mondo emergente l’indice MSCI EM (0,1%) ha chiuso poco sopra la parità per il secondo giorno consecutivo. Andamento misto per le principali borse con cali registrati in alcuni listini dell’Est Europa e mediorientali. Questa notte in Asia le borse sono tendenzialmente positive tranne poche eccezioni, come ad esempio Taiwan che ha perso oltre l’1%. Rimbalzo per il Giappone (0,9%).

*Questo documento e’ stato preparato da MPS Capital Services ed e’ rivolto esclusivamente ad investitori istituzionali ovvero ad operatori qualificati, così come definiti nell’art. 31 del Regolamento Consob n° 11522 del 1° luglio 1998 e successive modifiche ed integrazioni. Le analisi qui pubblicate non implicano responsabilita’ alcuna per Wall Street Italia, che notoriamente non svolge alcuna attivita’ di trading e pubblica tali indicazioni a puro scopo informativo. Si prega di leggere, a questo proposito, il disclaimer ufficiale di WSI.