Economia

Assange accumula fortuna grazie al Bitcoin. E si prende gioco degli Usa

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Julian Assange ha accumulato una fortuna grazie al Bitcoin. Il fondatore di Wikileaks, dal 2012 rifugiato nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra, è stato costretto a trovare mezzi di finanziamento alternativi alle monete correnti dopo il blocco che ha escluso l’organizzazione dai circuiti finanziari mondiali.

Risultato? Ci ha guadagnato il 50.000%. A dirlo è lo stesso Assange che in un tweet si prende gioco del governo americano.

“I miei più sentiti ringraziamenti – twitta il 14 ottobre – al governo americano, al senatore Mccain e al senatore Lieberman per aver spinto Visa, MasterCard, Payal, AmEx, Mooneybookers a erigere un blocco bancario illegale contro Wikileaks a partire dal 2010. Questo ci ha obbligato a investire in Bitcoin, con un guadagno di oltre il 50.000%”.

Nonostante le forti ondate di volatilità, la scorsa settima il Bitcoin hanno sfondato un nuovo record, quello dei 5mila dollari.

L’utilizzo del Bitcoin per le donazioni di WikiLeaks prese il via il 14 giugno 2011. Nell’agosto del 2012, secondo la stampa americana, Assange ricevette oltre 1.100 Bitcoin come donazioni, pari a 32mila dollari.