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ARGENTINA: CRONISTORIA DI UNA CRISI ANNUNCIATA

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L’economia argentina, colpita duramente dal collasso della moneta messicana nel 1994-5, ha cercato di riprendersi attraverso una strategia di investimenti ed esportazioni per essere poi colpita nuovamente da nuovi problemi esteri, incluso il malessere dei mercati emergenti nel 1997-8, la svalutazione brasiliana nel gennaio 1999, la presenza di un forte dollaro e di bassi prezzi per le esportazioni agricole.

Fernando de la Rua e’ stato nominato presidente nel dicembre del 1999 e ha subito adottato una politica fiscale restrittiva, sperando cosi’ di riguadagnare la fiducia degli investitori.

Ma l’aumento delle tasse ha spinto la ripresa dell’economia in una trappola deflazionistica.

Sfiniti dalle lotte politiche spietate, i nervi degli investitori hanno ceduto nel novembre 2000 e i tassi sui bond sono saliti rapidamente.

A quel punto, il Fondo Monetario Internazionale e’ accorso in salvataggio del Paese con un programma di aiuti.

Nella primavera 2001 de la Rua ha fatto un rimpasto al governo, rinominando Domingo Cavallo al ministero dell’economia.

L’arrivo di Cavallo inizialmente ha raccolto gli entusiasmi degli investitori. Ma la sua politica poco ortodossa non ha funzionato e i problemi del governo sono a poco a poco aumentati, fino a versare in condizioni disperate.

E’ quindi aumentata sempre di piu’ la rabbia popolare contro Cavallo e Fernando de la Rua, il presidente argentino, fino a che le rivolte continue e sempre piu’ accese hanno costretto entrambi a rassegnare le dimissioni a fine dicembre.

Tra gli sconvolgimenti politici, l’Argentina ha annunciato il piu’ grande debito della storia e la svalutazione del peso.