Società

Anziché ridimensionare la finanza, l’Europa preferisce commissariarci

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New York – Ci troviamo di fronte a un paradosso. L’Europa sta salvando le grandi banche, le principali responsabili della crisi in cui il mondo versa ora. Le speculazioni sugli strumenti derivati hanno visto le big della finanza grandi protagoniste della crisi subprime.

In Inghilterra e Spagna pero’ vediamo una nazionalizzazione delle banche. Gli stati si sono indebitati per dare soldi freschi alle banche, nello stesso momento in cui le autorita’ europee hanno imposto di stringere la cinghia dell’austerita’.

La denuncia e’ di Mario Pianta, professore di Politica economica all’Università di Urbino ed ex fellow alla Columbia University di New York.

Con l’intesa stretta per muovere l’Europa verso un’unione bancaria sempre piu’ compatta, in caso di insolvenza e difficolta’ a reperire finanziamenti gli istituti di credito potranno essere ricapitalizzati direttamente sotto la responsabilita’ di Draghi e la supervisione della Bce da lui governata. L’istituto di Francoforte avra’ cosi’ il controllo sulle 150-200 principali banche dell’Eurozona.

E’ un passo che semplifica alcuni aspetti del sistema bancario, “ma che non fa nulla per risolvere il nocciolo del problema”. Ovvero il fatto che manca una strategia complessiva e univoca per ridimensionare il mondo della finanza. Cosi’ si rischia di far scoppiare un’altra crisi e mandare in fumo tutti i sacrifici dei cittadini dei paesi piu’ poveri dell’area euro.

L’obbrobrio del Fiscal Compact

E intanto paesi come l’Italia vengono di fatto commissariati. Sono costretti non solo ad avere un pareggio di bilancio – il semplice fatto di metterlo in costituzione e’ stato definito un obbrorbio giuridico e nonsense economico da Pianta, interpellato da RaiNews24 – ma anche “a rimborsare in 20 anni, un ventesimo dell’eccesso di debito rispetto al 60% di PIl”.

Si tratta di ben 45 miliardi di euro l’anno che vanno tolti alla spesa pubblica e che vengono destinati alla finanza. Cio’ “condanna l’Europa a una logica di austerita’” all’infinito.

In Italia gli investimenti privati languono, la domanda non c’e’. “Se anche la spesa pubblica e’ carente, allora ci attende un 2013 di grave crisi economica che ricalchera’ la fine degli anni 30”, avverte Pianta.

Di seguito l’opinione dell’utente nukios sull’Italia commissariata.

La situazione creatasi ieri lascia molto perplessi e per diversi motivi.

Innanzitutto, non ricordo una campagna elettorale impostata dall’Europa nei confronti di un Paese membro: non so se esagero io, oppure se quasi tutta la stampa italiana è narcotizzata, ma di fatto siamo commissariati. Altrimenti, come si potrebbe definire una simile ingerenza nell’attività politica, anzi, nella attività somma di una democrazia, che sono le elezioni? Basterebbe questo, senza scendere nel merito dell’euro, spread, Germania per dire basta: una riflessioneè necessaria, altrimenti ad ogni elezione dobbiamo aspettare il placet dell’Europa?

L’altra cosa, altrettanto grave, sta nel fatto, a mio parere, che l’Europa ha di fatto legittimato un potenziale candidato (Monti appunto) e ha, altrettanto di fatto, delegittimato il potenziale vincitore (cioè Bersani)…del Berlusca, non vale nemmeno il tampo di parlare.. ora, almeno Bersani dovrebbe fare il diavolo a quattro; dovrebbe insorgere e con lui tutto il popolo del centro sinistra. Invece, mi pare che non stia succedendo nulla. Perchè questo?

Ho la sensazione che in Europa si stia giocando sporco contro l’Italia; o meglio, ho la sensazione che il gioco sporco, iniziato oltre un anno fa, stia raggiungendo il suo apice, con la volontà di mantenere lo status quo proprio con la conferma di Monti.

In tutti questi giochetti la volontà del popolo italiano non viene nemmeno considerata; e, ripeto, nessuno che insorga, che dica all’Europa di pensare ai fatti propri; alla Germania di non rompere le scatole; ai francesi di guardare in casa propria perchè prossimamente saranno loro i malati d’Europa; alla Spagna che lasci perdere la paura del contagio, perchè è come un bue che dà del cornuto all’asino; ai Paesei del nord europa che hanno un PIL pari a quello di un nostro distretto aziendale di stare tranquilli.

La cosa triste è che tutto questo deriva dalla latitanza della politica; un Paese senza buona politica è un Paese debole e senza prospettiva… uno stato commissariato, appunto.