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“Altro che rialzo, la Fed taglierà i tassi”

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NEW YORK (WSI) – Altro che rialzo dei tassi di interesse. La prossima mossa della Federal Reserve potrebbe essere estaminet si segno opposto, ovvero la banca centrale americana potrebbe decidere di tagliare i tassi.

Controcorrente rispetto alla media degli analisti, Nicholas Ferres, direttore degli investimenti di Eastspring Investments, ha detto in un’intervista alla Cnbc che, i piani di normalizzazione dei tassi da parte della Fed hanno trovato lo stop dopo la pubblicazione dei dati sul mercato del lavoro di maggio. “Non sono affatto convinto che la Fed a questo punto alzerà i tassi. Anzi, credo che la prossima manovra andra’ nella direzione opposta, ovvero quella di un taglio”.

Ferres non si sbilancia sulla data possibile della prossima manovra espansiva ma specifica che, una volta messa in atto, tale decisione finira’ per diminuire l’ottimismo degli investitori in merito al futuro dell’economia Usa.

Non solo. Allo stesso tempo, tale situazione finira’ per danneggiare profondamente la reputazione della banca centrale americana e del suo governatore, Janet Yellen, già profondamente colpita dalle critiche sulla sua gestione della politica monetaria. “La credibilita’ della Fed e’ sotto tiro, avrebbero dovuto alzare i tassi tempo fa”.

Dopo la pubblicazione dei dati sul lavoro di maggio, la maggior parte degli analisti ha posticipato a settembre il prossimo ritocco al rialzo del costo del denaro. Nel dettaglio, e’ emerso che il mese scorso i datori di lavoro statunitensi hanno creato ‘solo’ 38.000 nuovi posti di lavoro a maggio, il numero più basso in quasi sei anni, indicano i dati del governo Usa. Tutto questo mente il tasso di disoccupazione  è sceso al 4,7 per cento, a causa dei lavoratori scoraggiati che non cercano più occupazione, ha spiegato il Bureau of Labor Statistics.

Nulla di fatto e’ atteso per la riunione della Federal Reserve, che inizia domani e si conclude mercoledi’. Le scelte della Banca centrale americana sono destinate a influenzare i mercati, tanto piu’ che arrivano in concomitanza di quelle di altre tre grandi banche centrali (Banca del Giappone, Banca della Svizzera e Bank of England).