Economia

Altea Federation, innovazione al servizio delle grandi opere

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È uno dei comparti sotto i riflettori e il dibattito intorno alla destinazione della quota di Recovery Fund destinata all’Italia è solo l’ultima questione che lo coinvolge. Le infrastrutture italiane presentano un grave problema legato a obsolescenza e usura; per ripartire il Paese ha bisogno di cambiare passo, entrare nel futuro grazie a infrastrutture intelligenti.
Affrontare questo cambiamento, che vedrà il settore chiamato alla digitalizzazione, richiede preparazione e un approccio strategico.
Proprio quello che intende offrire Altea Federation con Follow the Growth, per aiutare il settore a percorrere questa innovazione. “Follow the Growth è un programma strategico che unisce tecnologie emergenti e sapere ingegneristico, per migliorare la sicurezza di impianti e infrastrutture complesse”, esordisce Andrea Ruscica, President e Strategy Lead di Altea Federation. “Nasce con l’intento di avviare un percorso di innovazione a fianco di enti e concessionari che hanno in carico la realizzazione e gestione di grandi opere. Oggi la sfida è prevenire le situazioni di emergenza, ma ancor prima creare cultura a riguardo, per evitare catastrofi e salvare vite umane, tutelando inoltre l’Italia da un crescente danno di immagine.”

Le esigenze delle infrastrutture viarie

I primi settori per cui Altea Federation ha applicato questo approccio sono le infrastrutture viarie di primaria importanza e gli impianti di gestione del ciclo idrico, tra i quali ci sono acquedotti dell’epoca romana.
“Gli investimenti necessari alla riqualificazione sostenibile di queste opere sono ingenti”, sottolinea Andrea Ruscica: per tutte le infrastrutture viarie italiane gestite a livello nazionale, escludendo le minori (strade comunali, di montagna, ecc.), si stima che, in ambito probabilistico, un primo intervento sulle strutture potrebbe necessitare complessivamente di 15-20 miliardi di euro.
“Il settore Engineering&Construction, grazie anche ai piani di intervento e agli incentivi nazionali e comunitari, ha le caratteristiche di un mercato in forte crescita per l’innovazione IT”, continua Ruscica.
“Se dovessimo ipotizzare una stima di spesa, potremmo individuare nel 10% del Recovery Fund destinato all’Italia (209 miliardi di euro, ndr) l’ordine di grandezza per un primo passo significativo”.

Il ruolo di I-Am

Non basta applicare sensori e tecnologie all’avanguardia; “in logica Human-Tech, serve l’ingegneria per guidare questi potenti strumenti digitali, altrimenti si rischia di andare fuori strada”, precisa Andrea Ruscica.
“L’Intelligenza Artificiale potenzia moltissimo le nostre capacità di comprensione delle diverse variabili, ma occorre guidarla e alimentarla con dati rilevanti”. È questa la ratio di I-Am (company di Altea Federation e capofila di Follow the Growth) che, mettendo a fattor comune competenze ingegneristiche e tecnologiche, propone un concept per gestire l’intero ciclo di vita di un asset, dalla progettazione, alla fase di Operations&Maintenance e fino alla Remediation.

Domenico Andreis, Ceo di I-Am, è esperto a livello nazionale di Asset Management e monitoraggio infrastrutturale e spiega che “la maggior parte delle infrastrutture italiane datate è costruita in cemento armato. Un materiale che ha poco più di un secolo di vita, infatti i primi utilizzi in Italia risalgono al 1908, dopo il terremoto di Messina. Il cemento armato non ha una storia di incidentalità tale da garantire previsioni certe sulle possibili conseguenze del suo invecchiamento.
”A tale scopo, la soluzione Follow the Growth integra le recenti prassi ingegneristiche con le potenzialità che offrono i più emergenti strumenti cognitivi e digitali. A differenza dell’approccio tradizionale, prevede IoT (Internet of Things), progettazione BIM (Building Information Modeling) e applicazioni di Intelligent Asset Management, che allenano algoritmi di Intelligenza Artificiale (Deep Learning, Machine Learning, Image Detection, ecc…) alla rilevazione tempestiva di problematiche strutturali.
“In questo modo si attuano monitoraggio continuativo, predictive maintenance e analisi rischi; si favorisce una diagnosi precoce di anomalie infrastrutturali e si supportano azioni di rimedio preventivo, allungando il ciclo di vita delle stesse opere”, commenta Andreis. Tecnicamente, è un ecosistema di monitoraggio «end-to-end», articolato in sei fasi: valutazione dello stato reale dell’infrastruttura e analisi ingegneristica dei parametri chiave; definizione del sistema di monitoraggio; installazione del sistema e follow up; acquisizione dati e analisi predittiva; controllo e definizione degli interventi di manutenzione.

Nuove soluzioni in arrivo

Ma l’innovazione non si ferma qui; sfruttando il potenziale di sensori IoT e AI, si pensa di trasformare le stesse infrastrutture in sistemi interattivi, che possano fornire indicazioni utili agli utenti. Se il ponte rilevasse dei problemi, movimenti strutturali o rischi idrogeologici, un alert potrebbe giungere sugli smartphone delle persone che si trovano nelle vicinanze. “Oltre a impostare procedure di tutela, e non solo di emergenza, si potrebbero addirittura creare percorsi di auto-consapevolezza”, conclude Andrea Ruscica. “Ad esempio, Google Maps potrebbe avvisare di non percorrere un determinato tratto di strada classificato come pericoloso.”

L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di febbraio 2021 del magazine Wall Street Italia