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Alitalia addio, quanto è costata ad ogni italiano

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Stasera poco dopo le ore 23 atterrerà a Roma Fiumicino il volo partito da Cagliari alle 22.05, l’ultimo volo Alitalia che da domani andrà definitivamente in pensione per dare il benvenuto a Ita, la nuova compagnia di bandiera. Cala così il sipario sulla storica compagnia di bandiera tricolore.

Da Alitalia ad Ita: cosa è successo negli anni

Lai, Casi, Sai sono i nomi che nel corso degli anni sono stati attribuiti ad Alitalia, la cui crisi dura con fasi alterne da quasi trent’anni.  Fondata a Roma il 16 settembre 1946 con il nome di AlitaliaAerolinee Italiane Internazionali, Alitalia opera il primo volo il 5 maggio 1947 sulla rotta Torino-Roma-Catania. Dopo varie gestioni, nel 2015 Alitalia, targata Etihad, diventa Sai, Società aerea italiana. Finché il 7 marzo 2016 arriva il manager australiano Cramer Ball, ma invece di rimettere in sesto i conti però Alitalia continua a registrare perdite.
E’ 2 maggio  del 2017 che Alitalia Sai viene messa in amministrazione straordinaria sotto il governo Gentiloni ricevendo un prestito di 900 milioni di euro in due tranche. A guidarla arrivano tre commissari Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari.

L’anno successivo, nel 2018 prende corpo un’operazione di sistema con la regia delle Fs, con la partecipazione di Atlantia e un partner internazionale, Delta, che però non intende andare oltre il 10%. Arriva anche un nuovo commissario Giuseppe Leogrande.

L’eterno dossier è sempre in stallo ma poi il governo giallorosso, con il decreto Cura Italia, fa tornare Alitalia sotto l’ala pubblica. In piena pandemia, il secondo esecutivo Conte ha deciso di creare una nuova compagnia per rilanciare il marchio Alitalia e l’ha affidato a Fabio Lazzerini (amministratore delegato) e Francesco Caio (presidente).

Dopo mesi di discussioni e trattative è stato raggiunto lo scorso 15 luglio, un accordo tra il Governo e la Commissione europea per il varo di Ita, Italia Trasporto Aereo che da domani, venerdì 15 ottobre prenderà il posto della compagnia di bandiera. L’accordo raggiunto prevede una discontinuità totale e interviene su riduzione dei costi, slot e aerei in flotta come richiesto dalla commissaria Vestager. Il piano prevede all’inizio che Ita sia dotata di 52 aeromobili, con un totale di 2.800 dipendenti, per arrivare a termine piano nel 2025 con 105 aerei e circa 5.750 lavoratori. La newco parteciperà poi alla gara per aggiudicarsi il marchio Alitalia.

Quanto è costata Alitalia ad ogni cittadino: i conti del Codacons

Un percorso travagliato quello di Alitalia costato in 47 anni la bellezza di 13 miliardi di euro alla collettività, attraverso salvataggi pubblici, prestiti e altri interventi da parte dello Stato che, tuttavia, non sono bastati a tenere in piedi l’azienda.
A fare i conti dei costi sostenuti dai cittadini per salvare Alitalia è il Codacons, che sottolinea come la compagnia aerea sia costata in questi anni circa 500 euro a famiglia, in media 216 euro a cittadino, neonati compresi.

Come evidenziato da un rapporto di Mediobanca, tra il 1974 e il 2014, anno in cui la società fu comprata da Etihad, la collettività ha sostenuto spese per salvare Alitalia per un totale di 7,4 miliardi di euro tra aumenti di capitale, contributi e garanzie – spiega il Codacons –  Nel periodo da maggio 2017 al 31 dicembre 2019 lo Stato ha erogato due prestiti ponte per un totale di 1,3 miliardi di euro, mentre a maggio 2020 il governo ha destinato 3 miliardi di euro per la costituzione della newco Ita e nello stesso anno ha stanziato 350 milioni di euro per gli indennizzi Covid e altri 330 milioni per la cassa integrazione di oltre 6.800 dipendenti nel periodo novembre 2020-settembre 2021.

Arriva poi il decreto Sostegni bis in vigore da maggio che stanzia altri 100 milioni per garantire l’operatività della compagnia e il pagamento degli stipendi in attesa del decollo di Ita, mentre a fine giugno è stato istituito un fondo da 100 milioni di euro per rimborsare biglietti aerei e voucher in conseguenza delle misure di contenimento anti-Covid e non utilizzati alla data del trasferimento dei compendi aziendali di Alitalia. Un totale che raggiunge i 13 miliardi di euro tra salvataggi, prestiti e altri interventi pubblici, e che ha portato ad un esborso per la collettività pari in media a 500 euro a famiglia, soldi che sono usciti dalle tasche dei cittadini per finire nel buco senza fondo delle casse Alitalia – conclude il Codacons.

In ogni caso il passaggio da Alitalia ad Ita coinvolge centinaia di migliaia di utenti che si ritrovano in mano voucher e biglietti Alitalia che dovranno essere rimborsati attraverso un fondo da 100 milioni di euro istituito dal Governo che, però, rischia di risultare insufficiente come afferma un’altra associazione dei consumatori Assoutenti.

“Da domani Alitalia non esisterà più, mentre continueranno ad esistere biglietti e voucher in possesso dei consumatori che avevano acquistato un volo con la compagnia per date successive al 15 ottobre, o che avevano ottenuto un voucher per voli cancellati a causa Covid – spiega il presidente Furio Truzzi – Se per i biglietti il sito di Alitalia illustra la procedura da seguire per ottenere il rimborso integrale, per i voucher la questione è molto più fumosa e complicata”. “Una indicazione che non fornisce alcuna garanzia sui tempi di rimborso e nessuna certezza a migliaia di utenti che si ritrovano oggi in mano voucher per voli Alitalia cancellati durante la pandemia – denuncia Truzzi – C’è poi il nodo delle 45 miliardi di miglia accumulate da 6,1 milioni di iscritti al programma MilleMiglia, che non possono essere utilizzate dai viaggiatori attraverso ITA e che rischiano di diventare carta straccia”.