Economia

Afghanistan: perché la Cina è interessata al Paese

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Escono di scena gli Usa dall’Afghanistan ed entrano Russia e Cina. L’epilogo fallimentare del ventennale intervento dell’Occidente in Afghanistan è un’occasione ghiotta che le due superpotenze vogliono sfruttare da subito. Il crollo del governo afghano sostenuto dagli Stati Uniti e il ritorno al potere dei talebani non sembra infatti escludere la possibilità per l’Emirato islamico dell’Afghanistan, come è stato definito dai talebani, di costruire relazioni di livello internazionale.

La Cina, in particolare, si è detta disposta a riconoscere l’Emirato in cambio di un patto transazionale di reciproca “non ingerenza”.

“La Cina rispetta il diritto del popolo afghano di determinare in modo indipendente il proprio destino e futuro, ed è disposta a continuare a sviluppare relazioni amichevoli e di cooperazione”, ha detto  la portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying, a una delle domande fatte in conferenza stampa sulla situazione in Afghanistan.

Ma quali sono gli interessi della Cina in Afghanistan?

Da un punto di vista economico, le ragioni sono molteplici. L’Afghanistan è un paese chiave per il successo della Nuova Via della Seta: da tempo Pechino punta a ricostruire le infrastrutture del paese devastate dalla guerra cercando di includerlo nella BRI, la Belt and Road Initiave.

Infine l’Afghanistan è un’area ricca non solo di papaveri da oppio, ma anche di gas, pietre preziose e soprattutto di terre rare, i minerali preziosi per produrre tecnologia nonché energia alternativa.

La richiesta mondiale di microchip, elementi base per gli smartphone e molti dispositivi tecnologici ha accelerato la domanda di terre rare, i metalli indispensabili per produrli.

Il gigante cinese controlla l’80% delle terre rare mondiali, non solo per la presenza di grossi giacimenti nel suo territorio, ma anche per la capacità di estrarre questi metalli la cui lavorazione richiede orari di lavoro massacranti e soprattutto produce un inquinamento altissimo non in linea con le norme ambientali dell’Occidente.

Una serie di ragioni che non lasciano dubbi: l’Afghanistan deve essere pacificato, la Cina ha bisogno della stabilità di un paese chiave per la sua ascesa di potenza globale. Un possibile azione mediatrice che farebbe comodo anche agli USA. “Il positivo coinvolgimento della Cina nella questione afghana potrebbe essere una “cosa positiva” aveva detto il segretario di Stato Americano Antony Blinken due settimane fa.