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Addio obbligazioni, come garantirsi reddito a tassi così bassi

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MILANO (WSI) – Solo gli ultimi dettagli dividono Pioneer Investments dalle nozze con Santander. UniCredit ha infatti deciso di proseguire le trattative per la cessione del 50% della società di gestione del risparmio al colosso spagnolo. Se l’operazione dovesse andare in porto, si arriverebbe alla creazione di una società con 350 miliardi di euro di masse gestite, tra le prime 15 in Europa e tra le prime 25-30 al mondo. Delle mosse e dei progetti della società per i prossimi mesi ne parliamo con Cinzia Tagliabue, amministratore delegato di Pioneer Investments.

Dott. ssa Tagliabue, a poche settimane dalla fine dell’anno, ci può dare un bilancio in termini di raccolta?

Sotto il profilo della raccolta, il 2014 sta andando molto bene sia a livello globale che per l’Italia e di questo siamo ovviamente molto soddisfatti. La Business Unit Italia di Pioneer Investments alla fine di settembre segna una raccolta netta da inizio anni di oltre 8 miliardi di euro. Un dato che conferma il trend positivo che si protrae ormai da 2 anni su tutti i canali distributivi, da quelli captive a quelli wholesale e quelli del segmento istituzionale. Questi risultati sono dovuti, secondo noi, a tre fattori: il migliorato contesto di mercato, l’innovazione di prodotto sulla quale abbiamo investito in questi anni e la sempre più forte collaborazione con la distribuzione.

Continua quindi il boom di fondi in Italia. La vostra clientela verso quale prodotto è più indirizzato?

In Italia, dal nostro punto di vista, abbiamo rilevato che in questo momento le scelte di investimento sono prevalentemente guidate dal bisogno di “income” e quindi è molto elevato l’interesse dei risparmiatori verso prodotti in grado di distribuire periodicamente un provento che possa integrare il proprio reddito. Dal momento che il basso livello dei tassi di interesse non consente più di raggiungere questo obiettivo con i prodotti obbligazionari, molti clienti si sono avvicinati già da diversi mesi a prodotti a distribuzione che investono in asset class più remunerative delle obbligazioni, sia pur all’interno di un generale obiettivo di mitigazione dei rischi. In questo contesto si inserisce l’elevato interesse verso i nuovi prodotti “target income” che, oltre a tenere sotto controllo la volatilità, dichiarano all’inizio di ogni anno l’obiettivo di rendimento che si cercherà di raggiungere nel corso dei successivi 12 mesi.

E voi come soddisfate queste esigenze?

La nostra gamma di fondi “target income” si compone sia fondi azionari che di fondi multi asset, ma tutti sono gestiti con la stessa logica, lungo tre direttrici: generazione di reddito, crescita del capitale e controllo della volatilità. Positivo anche il riscontro verso prodotti “multiasset” che, investendo in diverse asset class tra loro decorrelate, offrono un elevato livello di diversificazione e un maggiore controllo del rischio.

Quali sono i prodotti e le novità che Pioneer sta preparando per i prossimi mesi?

Nei prossimi mesi continueremo ad investire a livello globale nella cosiddetta macchina degli investimenti per consolidare le strategie in cui sono già stati raggiunti risultati di eccellenza e, al contempo, per cercare di sviluppare nuove “product capabilities”. In particolare nel settore del reddito fisso, in cui si concentra la maggior parte del risparmio dei clienti italiani che dovranno affrontare l’incertezza sul fronte dei tassi di interesse. È difficile prevedere quando questi ricominceranno a salire, ma quando questo avverrà dovremo essere pronti a gestire al meglio i portafogli obbligazionari.

In che modo?

Allargando il perimetro di un asset manager tradizionale, utilizzando, ad esempio, strategie alternative liquide come Long/Short Credit, Long/Short Equity, Absolute Return Bond, ovvero strategie di hedging di portafoglio per cercare di offrire prodotti obbligazionari sempre meno dipendenti dall’andamento dei tassi. Inoltre, continueremo a mettere a disposizione dei canali di vendita tutta la nostra esperienza e tutti i nostri investimenti effettuati sul lato della produzione, al fine di adattarli al modello di servizio specifico di ciascuna rete di distribuzione. Un esempio è quello dell’offerta di fondi di fondi multimanager, verso i quali abbiamo registrato un trend favorevole e che rappresentano il miglior modo per veicolare ai clienti, alle reti e alle piattaforme aperte un servizio personalizzato di ricerca, consulenza e di asset allocation.

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