Prezzi del petrolio in calo questa mattina, dopo che ieri, domenica 18 luglio, i produttori mondiali di petrolio aderenti all’Opec+ hanno raggiunto l’accordo per aumentare la produzione a partire da agosto. L’accordo arriva due settimane dopo lo stallo delle trattative per il disaccordo degli Emirati Arabi Uniti sulle misure proposte.
Alle 8.30, i future sul greggio Brent di settembre hanno raggiunto i 72,89 dollari al barile, in ribasso di 0,71 dollari o dello 0,96%. I future sul greggio statunitense West Texas Intermediate (WTI) di settembre scambiano in diminuzione di 1,09 dollari, o dello 0,71%, a 70,78 dollari al barile.
Che cosa prevede l’accordo
Secondo quanto è stato deciso, si procederà ad una proroga dell’accordo sulla limitazione della produzione petrolifera (dapprima sino a maggio 2022) fino alla fine dello stesso anno.
La produzione sarà però incrementata di 400mila barili al giorno su base mensile a partire da agosto 2021, che consentirà entro la fine di settembre 2022 di recedere gradualmente dagli attuali obblighi su una riduzione della produzione di 5,8 milioni di barili al giorno, secondo il comunicato dell’alleanza a seguito della riunione ministeriale dei Paesi Opec+.
I Paesi si sono impegnati a continuare a tenere riunioni mensili per tutta la durata della Dichiarazione di Cooperazione, valutando le condizioni di mercato, decidendo gli adeguamenti del livello di produzione per il mese successivo e cercando di terminare gli adeguamenti di produzione entro la fine del settembre 2022. L’accordo fornisce anche all’Arabia Saudita, agli Emirati Arabi Uniti, all’Iraq, al Kuwait e alla Russia baseline (ovvero il livello di produzione rispetto al quale vengono calcolati i tagli) più elevate da maggio 2022.