Economia

Russia, riserve auree ai massimi dell’era Putin

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Continuano gli sforzi delle grandi potenze mondiali, Russia e Cina in primis, per lottare contro l’egemonia del dollaro e andare verso un mondo più multi polare. Dopo che la banca centrale russa ha raddoppiato la mole di acquisti, la percentuale di oro presente nelle riserve internazionali della Russia è salita ai massimi dei 17 anni dell’era Putin.

Nel solo secondo trimestre, le riserve auree comprate dalla Russia hanno rappresentato il 38% degli acquisti totali operati dalle banche centrali. La caccia all’oro in atto permette alla Banca centrale russa di aumentare la mole di riserve auree dall’acquisto di monete straniere per più di due anni.

La banca centrale russa è una delle tante autorità di politica monetaria mondiali a continuare ad avere fiducia nell’oro nonostante la domanda globale del metallo prezioso – bene rifugio per eccellenza – sia scesa ai minimi di due anni nel secondo trimestre.

L’oro è un asset indipendente dai governi, anche occidentali”, come sottolinea l’analista del settore dei metalli per il gruppo Macquarie, Matthew Turner. “Viste le sanzioni finanziarie contro la Russia, è una situazione conveniente”.

Se la tendenza verrà confermata, il Consiglio mondiale dell’oro stima che l’incremento nell’intero anno 2017 raggiungerà le 200 tonnellate di oro accumulate nel 2015 e nel 2016. Ai tassi attuali, entro il primo trimestre dell’anno prossimo Mosca supererebbe la Cina al quinto posto delle nazioni con la maggiore quantità di oro al mondo.

Stando a quanto riportato da Reuters la Cina non è però da meno: le riserve auree comunicate dalle fonti ufficiali hanno raggiunto le 12.100 tonnellate alla fine del 2016. La Cina è stata il maggiore produttore di oro al mondo per dieci anni e il primo consumatore del metallo per quattro anni. Pechino intende aumentare la produzione aurea per arrivare dalle 450 tonnellate attuali a quota 500 entro il 2020.