Economia

“Chiudete i conti in Pop Vicenza”. E ora chiesto risarcimento ‘monstre’ 1 miliardo

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

VICENZA (WSI) -Banca Popolare di Vicenza nell’occhio dei ciclone, tra chi consiglia chiaramente ai clienti di chiudere i loro conti e la richiesta di risarcimento monstre di chi ha acquistato le sue azioni. Reuters riporta che i clienti detentori dei titoli della Popolare Vicenza hanno chiesto un risarcimento per le perdite sofferte di ben 1 miliardo di euro. Questo, dopo che la banca italiana ha ricevuto in mattinata l’approvazione della Consob per quotarsi in Borsa. D’altronde l’aumento di capitale è super-diluitivo per gli azionisti attuali, che si trovano ad aver perso praticamente il 100% dei loro investimenti.

L’aumento di capitale da 1,76 miliardi della Popolare di Vicenza avverrà a un prezzo compreso “tra un minimo vincolante” di 0,1 e “un massimo vincolante” di 3 euro per azione. Questa la decisione del consiglio di amministrazione della banca riunitosi lunedì sera. Ma oggi emerge una nuova verità: il prezzo dell’aumento di capitale è stato già stabilito e va da un massimo di 0,10 euro a un minimo prossimo allo zero.

A fissare questo intervallo di prezzo è il Fondo Atlante che subentra ad Unicredit nell’obbligo di sottoscrizione dell’inoptato, investendo circa 1,5 miliardi di euro. A rivelare il vero prezzo è la stessa Popolare “costretta” dalla Consob ad emettere un comunicato in cui si legge:

Quaestio sgr, per conto del Fondo Atlante, si è impegnata nei confronti di Unicredit a sottoscrivere le azioni non sottoscritte nell’ambito dell’Offerta globale a un prezzo non superiore al valore minimo del cosiddetto intervallo di valorizzazione indicativa come determinato dal cda della banca”.

Considerando questi prezzi, come scrive Il Fatto Quotidiano, “si tratta di un aumento di capitale super-diluitivo per gli attuali azionisti, che si trovano di fatto ad aver perso praticamente il 100% del loro investimento: a 0,10 euro la perdita ammonta al 99,84%”.

Da qui l’allarme lanciato dall’associazione Altroconsumo ai clienti della Popolare: “Non sottoscrivete l’aumento di capitale e portate i vostri risparmi altrove”. Il motivo? Se dovesse andare storto qualcosa nel meccanismo di salvataggio del Fondo Atlante, il rischio che si attui il bail-in è dietro l’angolo. Ecco le parole di Vincenzo Somma, direttore di Altroconsumo Finanza:

“Come dare torto ai grandi investitori? Anche a questi prezzi pagherebbero circa 0,4 volte il patrimonio della società. Un livello a cui si possono comprare banche migliori, come ad esempio la stessa Unicredit”. Dunque l’aumento di capitale non è un buon affare, anche se purtroppo è inevitabile che tra chi ci rimetterà i soldi in Popolare Vicenza saranno i piccoli investitori . Nonostante le beffe già subite, qualcuno sarà allettato dalla possibilità di mediare il prezzo rispetto al fallimentare investimento di qualche anno fa. “Sconsigliamo ai piccoli risparmiatori di farlo e consigliamo ai correntisti di migrare altrove”.

La stessa Banca ha reso noto che i suoi clienti stanno chiedendo 1 miliardo di euro per compensare le perdite subite. Sembra una bomba pronta ad esplodere la situazione attuale della Popolare di Vicenza che ha gettato nella disperazione un’intera città e a rimanere letteralmente “fregati” sono stati tutti, dai piccoli risparmiatori ai grandi imprenditori. Come riporta un articolo de La Stampa:

“In questa storia della Popolare di Vicenza c’è anche un singolare elemento di equità sociale: a rimanerci fregati, fregati davvero, non sono solo i piccoli risparmiatori. I primi azionisti sono i fratelli Ravazzolo, un nome importante del tessile del lusso made in Italy. I due fratelli e i loro familiari hanno messo insieme un pacchetto di azioni che valeva oltre 100 milioni di euro. Adesso vale 176mila euro. (…) Loro come altri nomi dell’imprenditoria locale, esposti per cifre che superano i patrimoni familiari, stanno cercando di transare e arrivare a compensare la perdita con la chiusura del prestito. Chi non può farlo sono i piccoli, commercianti e artigiani”.

Una situazione che getta nel panico tutti, come sottolinea il sindaco di Vicenza, Achille Variati.

“E’ il fenomeno più grave che questa terra abbia avuto dalla fine della guerra. Sono iniziate le richieste di aiuto ai servizi sociali. Anziani che non hanno più soldi per pagare la badante, famiglie con problemi di mutuo della casa che avevano i risparmi in azioni della Vicenza. I primi sintomi, come se il peggio dovesse ancora arrivare”.