Il cartello dei paesi produttori di petrolio Opec ha raggiunto un “accordo in principio” che potrebbe condurre ad un aumento della produzione globale di petrolio fino a un milione di barili al giorno (Bpd) in più, pari a un incremento dell’1% dell’output mondiale. L’obiettivo dell’Opec è fronteggiare il rialzo dei prezzi del greggio, avvenuto anche in seguito alla crisi venezuelana e destinati a risentire delle sanzioni inflitte dagli Usa sull’Iran. L’incremento probabilmente non raggiungerà il milione, in quanto “molti Paesi che recentemente hanno prodotto al di sotto delle quote avranno difficoltà a recuperare il gap”, scrive Reuters citando fonti Opec, “mentre ad altri produttori non ciò non sarà consentito”.
I tagli alla produzione concordati in sede Opec l’anno scorso hanno contribuito a riequilibrare il mercato dell’oro nero riportandolo in area 75 dollari al barile; a ciò hanno contribuito anche fattori inaspettati come le crisi in Venezuela, Libia e Angola. Il taglio effettivo, dunque è passato dagli 1,8 milioni di barili concordati a 2,8 milioni. Per questo il cartello ha concordato l’esigenza riportare gli equilibri nei limiti previsti in precedenza.
L’accordo “sarà sufficiente per ora ma non abbastanza per affrontare un calo delle esportazioni iraniane e venezuelane”, ha dichiarato a Reuters Gary Ross, responsabile delle analisi sul settore per S&P Global, “non c’è molta capacità di riserva nel mondo: se perdiamo un milione di barili al giorno di produzione dal Venezuela e dall’Iran nel quarto trimestre, da dove verranno [le compensazioni per] tutti questi barili? Ci aspettiamo prezzi più alti più a lungo”.
Per il momento la notizia è stata accolta con quotazioni del barile in netto rialzo: il Wti avanza del 3,28% a 67,69 dollari; il Brent guadagna il 2,87% a 74,89 dollari.