Società

Migranti, Trump contro l’Europa: “È un campo profughi”

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Finita nel mirino delle politiche commerciali protezionistiche, l’Europa è nuovamente sotto attacco di Donald Trump per la questione migranti. Il Presidente degli Stati Uniti se la prende con Angela Merkel e la sua linea di apertura.

L’Europa non è più se stessa, è un campo profughi” È stato “un grande errore, fatto in tutta Europa, consentire l’ingresso di milioni di persone” tuona Trump, secondo cui i migranti arrivati in questi anni “hanno cambiato in maniera incisiva e violenta la cultura europea”. E promette: “Noi non vogliamo che quel che sta accadendo in Europa accada in Usa”.

Dalla First Lady americana all’Alto commissario dell’Onu: l’indignazione è globale contro la linea di “tolleranza zero” adottata dall’amministrazione Trump al confine con il Messico che separa i bambini migranti dai loro genitori.

A questo proposito, lo stato di New York fa sapere, tramite il governatore Andrew Cuomo, che intende fare causa al governo per violazione dei diritti costituzionali degli immigrati. La presa di posizione di Cuomo è legata al fatto che oltre 70 bambini separati dalle loro famiglie si trovano in istituti a Long Island, nello stato di New York.

Inizia intanto a vacillare anche il fronte dei repubblicani. Sempre più esponenti del Grand Old Party prendono posizione e chiedeno uno stop alla Casa Bianca. Il senatore repubblicano Ben Sasse, del Nebraska, dalla sua pagina Facebook ha tuonato:

“Il presidente dovrebbe mettere immediatamente fine alle separazioni delle famiglie” definendo queste politiche “un orrore”. Nella stessa direzione anche l’ex direttore della comunicazione della Casa Bianca, Anthony Scaramucci che ha detto alla Cnn: “Spero che tutto questo cambi. È un male per il partito repubblicano ed un male anche per il presidente. Vorrei vederlo rieletto”.

L’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Zeid Raad Al Hussein, dal Consiglio per i diritti umani a Ginevra ha chiesto invece agli Stati Uniti di interrompere una pratica che giudica “inammissibile”. “Il pensiero che qualsiasi Stato cerchi di scoraggiare i genitori infliggendo questi abusi ai bambini è inammissibile”, ha dichiarato Al Hussein.