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Lotta all’ISIS: Usa dispiegano forze speciali in Siria

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NEW YORK (WSI) – Con il pretesto di riprendere Raqqa, la capitale ufficiosa del califfato dell’ISIS in Siria, gli Stati Uniti hanno dispiegato le loro forze speciali per combattere al fianco dei ribelli anti governativi curdi.

Nel paese mediorientale in piena guerra civile da cinque anni, punto di sbocco sul mare chiave per le risorse energetiche provenienti dalla regione, le forze curde si apprestano a lanciare un’operazione militare per liberare Raqqa dalla presenza del gruppo jihadista dell’ISIS.

L’emittente Al Mayadeen ha riportato tutti i dettagli della delicata operazione:

“Gli Stati Uniti dicono d’avere allo studio da tanto tempo il piano di un’offensiva simile contro l’ISIS che occupa da ormai tre anni la città di Raqqa, nel centro della Siria. Sempre stando a quanto riferito dagli americani, circa 500 unità della forza speciale Usa stanno per prendere d’assalto la città con l’obiettivo di liberarla. Per farlo combatteranno al fianco dei curdi” già presenti sul terreno.

Sabato scorso i media avevano riferito della visita in gran segreto del comandante capo delle forze americane in Medioriente, il generale Vittol, nel nord della Siria, dove “avrebbe cercato di contattare i curdi e i ribelli arabi anti Assad in vista della grande battaglia contro l’ISIS“.

L’obiettivo reale dell’offensiva

Dal 2013 il gruppo di violenti jihadisti dell’ISIS occupa la città senza che la coalizione americana si sia finora preoccupata della sua presenza. Raqqa riceve un mucchio di armi e viveri provenienti dall’Iraq, l’altro paese confinante dove l’ISIS sta creando il suo califfato islamico, grazie al fatto che si trova sulla rotta che porta a Mosul.

Un altro punto importante che suscita qualche sospetto è che gli americani dicono di volersi unire insieme a curdi e arabi contro l’ISIS, ma le forze dell’esercito siriano del regime di Bashar al-Assad, appoggiate dai russi, stanno per attaccare Raqqa ai fianchi, preparando per esempio un assalto dalla periferia orientale di Aleppo.

È da due mesi che l’esercito siriano e i suoi alleati si battono per “ripulire” i dintorni di Raqqa e preparare il terreno all’offensiva diretta contro la fortezza dell’ISIS. Inoltre nel frattempo il Fronte al-Nusra vicino ad al-Qaeda e Ahrar al-Cham – due gruppi armati che gli Stati Uniti continuano a rifiutarsi di definire terroristi – continuano incessantemente a moltiplicare gli attacchi contro le posizioni dell’esercito siriano nella periferie di Aleppo, città sotto il controllo del regime.

L’idea fissa degli americani, cui si oppongono fermamente i turchi, è quella di creare uno stato curdo nel nord della Siria. Da questo punto di vista, la lotta contro lo Stato Islamico non sembra che essere un pretesto per preparare il terreno a un confronto tra i curdi in Siria e l’esercito siriano. Resta da vedere se i curdi del paese, che sono alleati di Assad dal 2011 e che dal governo hanno ricevuto aiuti, finiranno per cambiare di campo non appena si presenterà il momento propizio.

Consapevoli di una tale minaccia, i russi hanno annunciato che l’aviazione militare riprenderà i raid contro la città di Raqqa in collaborazione con l’esercito siriano. Anche se a giudicare dalle dichiarazioni di facciata Russia e Stati Uniti sostengono di voler combattere lo stesso nemico, i ribelli dell’ISIS, l’obiettivo finale opposto – il Cremlino vuole difendere l’ultimo baluardo rimasto in Medioriente, il governo di Assad, mentre gli Usa vogliono la vittoria dei ribelli e un cambio di regime – li rende nemici e sul campo della polveriera siriana finiranno per combattere l’uno contro l’altro.

Fonti: Post Today ; Al Mayadeen