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Grecia sempre più povera e Troika torna ad Atene

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Mentre la povertà in Grecia non accenna a diminuire, i rappresentanti dei creditori internazionali si recheranno ad Atene, Fondo Monetario Internazionale incluso, per raggiungere un nuovo accordo sull’erogazione degli aiuti finanziari al Paese; almeno a parole l’accento sulle condizioni non seguirà più la retorica del rigore sui conti, concentrandosi maggiormente su quella delle riforme:

“I rappresentanti dei creditori torneranno a breve ad Atene”, ha dichiarato il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, “insieme ai governanti greci lavoreranno su un ulteriore pacchetto di misure, adottando un cambiamento di politica economica, con una minore enfasi sull’austerità di bilancio e una maggiore attenzione su profonde riforme economiche” che siano, però, “realistiche”.

Anche se Dijsselbloem precisa: “Sono un ministro delle Finanze. Credo che un bilancio debba essere gestito in modo rigoroso. Ciò detto, c’è un chiaro cambiamento di enfasi da parte nostra tenuto conto di quanto la Grecia ha fatto finora. Crediamo che profonde riforme possano aiutare lo stesso bilancio”.

Il presidente dell’Eurogruppo l’ha negato chiaramente, ma esiste il sospetto che questa nuova morbidezza nei toni sia da attribuire alle importanti elezioni che aspettano l’Europa: nel passato recente il duro trattamento inflitto dai creditori alla Grecia è stato cavalcato dalle stesse formazioni euroscettiche in forte ascesa.

Il Fondo Monetario Internazionale, che ritiene il debito pubblico greco insostenibile e ha invocato una ristrutturazione o perdono parziale di tale fardello, ha deciso di concedere piu’ tempo a Grecia e creditori. Se il percorso delle riforme varate dal governo Tsipras mostrerà di aver fatto progressi allora i nuovi finanziamenti, indispensabile perché Atene non finisca i soldi a luglio, saranno acccordati.

I risultati di anni di austerità sono stati ricordati in un approfondimento di Reuters, che ha ricorda come la Grecia, pur non essendo il Paese più povero d’Europa è quello che ha subito l’arretramento più grave dal 2008 a oggi. La quota di popolazione in condizioni di grave povertà è il 22,2% nel 2015, meno che in Bulgaria e Romania; tuttavia, dal 2008 tale percentuale è quasi raddoppiata mentre negli stessi anni il dato medio europeo è sceso dall’8,5 all’8,1%.