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Francia: la vittoria al primo turno di Macron mette il turbo all’euro

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La vittoria di Emmanuel Macron, già ministro dell’Economia,  al primo turno delle presidenziali francesi manda un segnale rassicurante per i mercati finanziari. Il centrista, che sfiderà al ballottaggio Marine Le Pen, leader dell’estrema destra del Front National, viene considerato alla luce della prima tornata di ieri come vincente.

Quello di ieri sera intanto è stato un risultato non sorprendente rispetto alle attese ma comunque scioccante, considerato che escono di scena gli esponenti dei partiti tradizionali, il Repubblicano Francois Fillon e Benoit Hamon, candidato dei Socialisti.

Al netto del voto dei francesi all’estero, Macron ha ottenuto il 23,75% dei voti, contro il 21,53% di Le Pen, il 19,91% di Francois Fillon. Al quarto posto si è posizionato il candidato dell’estrema sinistra Jean-Luc Mélenchon, in notevole ascesa nel corso della campagna elettorale, mentre Benoit Hamon ha ottenuto un estremamente deludente 6,35%, sancendo la crisi profonda dei socialisti francesi dopo gli anni di Governo targati Francois Hollande. Sia Fillon sia Hamon hanno immediatamente ammesso la sconfitta e contestualmente invitato a votare Macron al ballottaggio del 7 maggio, per fare scudo contro la possibilità di un trionfo dell’estrema destra di Le Pen. Mélenchon non ha invece fornito chiare indicazioni di voto.

Si ripete quindi lo scenario del 2002, quando Jean-Marie Le Pen, padre di Marine, arrivò a sorpresa al ballottaggio, ma l’alleanza anti destra premiò il gollista Jacques Chirac, che ottenne l’82% dei consensi. Anche in questo caso Macron gode di un appoggio trasversale e parte da favorito ma l’antieuropeista Le Pen, con il Front National che ha raggiunto il primato assoluto di voti, non si può considerare fuori dai giochi.

La prospettiva dell’affermazione del candidato europeista spinge nelle prime battute i contratti sugli indici azionari principali: i futures giugno sull’Eurostoxx50 salgono del 3%, quelli sul Dax giugno dell’1,5%

L’euro è scambiato ai massimi da quasi un mese sulle principali divise: in particolare l’euro/dollaro si attesta a 1,0865 dollari (dopo aver sfiorato nella notte anche 1,09) e l’euro/yen a 119,72 (top dal 31 marzo). Top da dicembre invece per l’euro/franco svizzero in area 1,083

L’esito elettorale – è il commento Peter Rosenstreich, Head Market Strategist di Swissquote – è destinato “a rappresentare un grande sollievo per gli investitori che temevano un’eventuale incertezza sul fatto che la seconda tornata elettorale avrebbe potuto comportare delle nuove complessità. Ad oggi, sembrerebbe evitata qualsiasi forma di volatilità estrema“.

Altro segnale in questa direzione la flessione dell’oro che nelle ultime settimane si era apprezzato sulle incertezze e le tensioni geopolitiche. Il metallo giallo arretra di oltre 13 dollari l’oncia scivolando a 1,276.

Anche dai mercati azionari arrivano segnali positivi sulla vittoria di Macron, nonostante le tensioni sul dossier della Corea del Nord. A Tokyo, l’indice Nikkei ha guadagnato l’1,37% a 18.875,88 punti, mentre l’inidce allargato Topix e’ cresciuto dello 0,98% a 1.503,19 punti. Sul fronte dei cambi, l’euro e il dollaro si sono apprezzati, dinamica che ha incoraggiato l’acquisto dei titoli delle societa’ nipponiche votate all’export In territorio positivo anche i future delle borse europee e di Wall Street con il S&P 500 che mostra un progresso dello 0,86%.